Merano. Valorizzate le antiche mura cittadine

Pochi giorni fa sono terminati i lavori per la valorizzazione del tratto delle antiche mura cittadine venute alla luce nel 2017 durante i lavori di scavo effettuati accanto al castello Principesco. Il progetto è stato illustrato oggi nel corso di una conferenza stampa svoltasi davanti al maniero alla presenza del sindaco Paul Rösch.

Per valorizzare l’importanza storico-architettonica del Castello Principesco, nella primavera del 2017 l’amministrazione comunale aveva fatto risistemare il parco del maniero. Durante i lavori era venuto alla luce un tratto delle antiche mura cittadine e la Giunta comunale, avendo deciso di conservare il ritrovamento, aveva incaricato una ditta specializzata di intervenire – sotto la stretta sorveglianza dell’Ufficio provinciale Beni archeologici – per renderlo completamente visibile.
“La conservazione di questo tratto delle antiche mura cittadine è solo una parte della nostra visione intesa a valorizzare maggiormente il castello e l’area circostante, che dovrà rimanere possibilmente off limits per le auto. Quando saranno state completate la circonvallazione nordovest e l’autorimessa in caverna, il Castello Principesco sarà il biglietto da visita di Merano per molti ospiti che arriveranno in città”, ha spiegato il sindaco Paul Rösch.
“Peraltro – ha fatto osservare il primo cittadino – il tracciato delle mura appare meglio documentato, in virtù di testimonianze iconografiche e scavi archeologici, per quanto attiene ai lati sud e ovest, mentre più incerta è la situazione dei lati nord ed est. L’unico punto in cui alcuni resti delle mura sono lasciati a vista si trova qui, a ridosso del castello Principesco”.
Secondo i piani elaborati dallo studio di architettura Höller & Klotzner le mura cittadine sono state circoscritte da una cornice metallica che ha la funzione di separare il sito dallo spazio antistante e dal parco e allo stesso tempo di esaltare i reperti murari. In prossimità dell’accesso al municipio la cornice si abbassa dal livello del terreno fino alla profondità dello scavo formando gradoni che possono essere fruiti come sedute. In direzione del parco la cornice metallica si apre invece in una gradinata che si inserisce gradualmente e in modo armonioso nel tappeto erboso del parco.
“Il nostro compito – ha spiegato l’architetto Georg Klotzner – era quello di musealizzare i resti delle vecchie mura di cinta, cioè di metterli in scena in modo che si integrassero naturalmente nel paesaggio urbano, ma che venissero percepiti come qualcosa di speciale”.
I lavori sono stati eseguiti dalla ditta Bettega Ennio Srl di Imèr (Trento). La spesa è stata di 260.000 euro.

La città di Merano ebbe la sua origine in epoca medievale come centro di mercato voluto dai conti di Tirolo. Fu presto dotata di mura e di porte d’accesso. La parziale decadenza economica della città nel corso del Cinquecento, dovuta alla perdita d’importanza sul piano politico e militare, impedirono l’ampliamento e l’adeguamento delle mura alle mutate esigenze di difesa della nuova epoca. Più volte manomesse nel corso dei secoli successivi, le mura furono in buon parte definitivamente abbattuta nel corso dell’Ottocento, nell’ambito di lavori di adeguamento edilizio o stradale. Se ne conservano i resti interrati in diverse zone della città.

La presenza di mura perimetrali è la premessa perché un centro abitato possa definirsi città. Quando siano state edificate le mura cittadine meranesi è ancora poco chiaro. Ma di certo dovevano essere state ultimate quando venne emanato il primo ordinamento del 1317. Le mura avevano un spessore di un metro e mezzo e un’altezza di circa sei metri.
Originariamente Merano era dotata di quattro porte di accesso: porta Venosta, porta Passiria, Porta Bolzano e Porta Ultimo o Marlengo. Di queste, tre sono state conservate fino a oggi, la Porta Ultimo invece è stata demolita dopo la realizzazione della nuova stazione ferroviaria nel 1881, per poter trasformare corso Libertà nella strada principale di accesso alla città.
La posizione delle mura a sud e a ovest è stata ricostruita grazie a scavi e a immagini storiche: grossomodo le mura correvano lungo corso Libertà e via delle Corse. La loro esatta posizione a nord, e soprattutto a est, è per certi versi ancora misteriosa. Il lato nord probabilmente congiungeva Porta Venosta con il Castello Principesco e proseguiva da lì a nord dei portici fino al Duomo. Non è dato al momento sapere se fossero chiuse fino alla Porta Passiria, anche perché in questa zona le pendici di monte Benedetto sono così ripide da costituire di per sé una difesa naturale. Come le mura collegassero Porta Passiria a Porta Bolzano rimane un’altra questione irrisolta.
Degno di nota è il fatto che le Porte cittadine vennero ristrutturate o alzate nella seconda metà del 15° secolo, ovvero nel periodo in cui l’arciduca Sigismondo fece ampliare il Castello Principesco.
Le mura, nel corso dei secoli, vennero più volte distrutte dalle esondazioni del Passirio e dovettero essere ricostruite.
Con la comparsa della moderna artiglieria anche a Merano le mura difensive divennero obsolete e, come è avvenuto nella maggior parte delle città europee, furono abbattute o integrate in nuove costruzioni.

Foto/c-Damian Pertoll.

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