Manca il denaro per gli affitti – L’Unione si appella ai locatori

Attualmente sono ben oltre 7.000 le aziende altoatesine del commercio e della gastronomia chiuse dal 12 marzo. Molte di queste aziende hanno preso in affitto i propri locali commerciali. Oltre a ciò, ci sono anche molte aziende di servizi chiuse per evitare il contatto diretto con i clienti (p.es. le agenzie viaggi) o ancora prestatori di servizio cui è consentito tenere aperto, come consulenti aziendali, prestatori di servizi per eventi o pubblicitari, ma che non hanno più occasione di guadagno.

“È chiaro che, a causa di questa prolungata chiusura, sono venuti a mancare i guadagni e, di conseguenza, anche il denaro per far fronte ai costi correnti come l’affitto”, spiega l’Unione commercio turismo servizi Alto Adige. Per molte aziende si tratta di un aspetto sempre più difficile da affrontare.

Il pacchetto di provvedimenti governativi (Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’11 marzo 2020) prevede che, agli affittuari di locali commerciali vada un credito d’imposta per l’affitto del mese di marzo. Se questa misura sarà prolungata anche per il mese di aprile, ancora non è dato saperlo. In quest’ambito l’Unione sta già prestando un aiuto a molte aziende, e richiede allo Stato, tramite l’associazione nazionale di riferimento Confcommercio, di estendere questo provvedimento.

Il presidente dell’Unione Philipp Moser si appella quindi ai locatari in provincia affinché cerchino di trovare un accordo con i rispettivi affittuari. “Si tratta di venire incontro agli affittuari, almeno in questo periodo, affinché le aziende riescano a sopravvivere e, dopo il superamento della crisi, possano riprendere la loro attività. L’esercizio commerciale 2020 sarà difficile, perché dopo la lunga chiusura obbligata, quest’anno anche il turismo sarà molto ridotto”, conclude Moser. La necessità è quella di fare fronte comune – soprattutto in un periodo come quello attuale.

L’Unione auspica inoltre che la Provincia allestisca un Fondo d’emergenza sull’esempio di quanto fatto in Germania. Esso prevede, tra l’altro, un immediato aiuto finanziario per garantire la sopravvivenza e il superamento delle attuali ristrettezze in fatto di liquidità: le piccole aziende fino a cinque dipendenti ricevono fino a 9.000 euro una tantum per tre mesi. Le aziende fino a dieci dipendenti, invece, ricevono fino a 15.000 euro una tantum per tre mesi. Grazie a questi fondi è possibile coprire i costi aziendali correnti come affitto e simili.

 

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