La burocrazia rimane la maggiore difficoltà per le imprese

Tra il 2 settembre e il 2 ottobre 2019 Eurochambres, l’associazione europea delle Camere di commercio, ha condotto uno studio sullo stato del mercato unico europeo. Hanno partecipato al sondaggio più di 1100 imprese provenienti da tutta l’Unione europea. Il 70 percento ha dichiarato che il mercato unico non è sufficientemente integrato.

Eurochambres ha condotto un sondaggio sullo stato del mercato unico analizzando le risposte di più di 1.100 aziende partecipanti provenienti da 27 Paesi dell’UE (Regno Unito escluso), di cui il 54 percento erano fornitori di servizi e il restante 46 percento aziende produttrici. Il 78 percento delle imprese coinvolte ha meno di 250 dipendenti, rientrando così nella categoria delle piccole e medie imprese. Il 77 percento delle aziende ha dichiarato di utilizzare già il mercato unico per commerciare con il resto dell’Unione europea, il 9 percento vorrebbe farlo ma per vari motivi non ne ha la possibilità, il 14 percento non ha intenzione di commerciare all’estero. Sorprendentemente, solo il 30 percento delle imprese intervistate è già attivo nel commercio online.
“Il sondaggio offre una visione accurata degli ostacoli che le aziende affrontano ogni giorno, in particolare le piccole e medie imprese, che rappresentano il motore dell’Europa per la crescita economica, l’innovazione, la creazione di posti di lavoro e l’integrazione sociale”, ha dichiarato il Presidente di Eurochambres Christoph Leitl.
Il sondaggio era suddiviso in tre sezioni, la prima riguardante gli ostacoli percepiti all’interno del mercato unico europeo, la seconda con 16 possibili soluzioni da valutare e la terza relativa al comportamento dell’azienda nel caso di una violazione dei diritti del mercato unico.
Secondo quanto riportato dal sondaggio, i cinque maggiori ostacoli al commercio con l’UE segnalati dalle aziende italiane sono: le procedure amministrative complesse, le questioni relative al recupero dei pagamenti, l’inaccessibilità alle informazioni su norme e requisiti, le insufficienti informazioni legali e finanziarie riguardo ai partner commerciali di altri Paesi e le preoccupazioni sulla risoluzione di dispute commerciali o amministrative, anche a causa delle lacune nella tutela legale di fronte ad autorità e tribunali nazionali ed europei.
Le cinque soluzioni preferite dalle imprese rispondenti per una migliore integrazione del mercato unico sono: la riduzione della burocrazia, la disponibilità di informazioni più chiare su un unico portale online europeo rispetto alle procedure o formalità necessarie per operare in un altro Paese europeo, una semplificazione amministrativa tramite un portale online con un numero massimo di procedure disponibili, una migliore attuazione del diritto europeo e una maggiore considerazione dell’impatto delle nuove normative sulle piccole e medie imprese. Tali proposte rappresentano proprio le tematiche che anche la Camera di commercio di Bolzano si impegna a promuovere.
“Le Camere di commercio sono l’ente più vicino alle aziende in quanto offrono loro servizi di assistenza fin dalla loro creazione e sono sempre in prima linea nella comunità imprenditoriale europea. I risultati di questa indagine mostrano, infatti, che le Camere di commercio sono il secondo interlocutore, dopo gli avvocati, a cui le aziende si rivolgono nel caso di difficoltà ad operare nel mercato unico europeo”, afferma il Presidente della Camera di commercio di Bolzano e Vicepresidente di Eurochambres Michl Ebner.
Considerata l’alta percentuale di imprese (70 percento) che ritengono che il mercato unico non sia ancora sufficientemente integrato, Eurochambres e la Camera di commercio di Bolzano auspicano che la nuova Commissione europea consideri i risultati di questo sondaggio nel proprio programma di lavoro per apportare i cambiamenti necessari a far in modo che più aziende operino all’estero, aumentando così la propria competitività.

Foto, Christoph Leitl.  

 

 

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