Bolzano. Dagli Schützen al Borgomastro

Bene sì, sono già passati quattro anni e le elezioni comunali tornano silenziosamente alla ribalta. Se ne parla poco e, prassi ormai estremamente diffusa, la campagna elettorale si consuma  nelle due settimane che precedono il voto. Mancanza di soldi, paura del confronto, informazione liquida e realtà virtuale hanno creato i presupposti per delle campagne elettorali lampo, fatte di twitt, post e slogan.
Eccoci quindi venire a noi ed al nostro Alto Adige, al nostro orticello, al paese del “vissero tutti felici e contenti” dove c’è un re con tanti vassalli molto obbedienti, ad eccezione di qualche raro caso, ed i loro corrispondenti castelli. Bolzano, dopo la provincia, rappresenta la fortezza più grande, un tesoro piuttosto maltrattato, che ciò nonostante è sempre stato il sogno proibito della Svp dal 1946 ad oggi.
Ecco quindi la Svp tornare prepotentemente sulla scena bolzanina, dettando regole a tutti i suoi competitor, Caramaschi and Co. da una parte e Lega dall’altra. Al sindaco uscente è stato chiaramente detto di non accettare il Team K in coalizione,  altrimenti la Svp non  appoggerebbe mai la sua coalizione al ballottaggio. Alla Lega invece è stato ribadito di non allearsi con Fratelli d’Italia, che guardando un po’ ai risultati più recenti può contare su un certo seguito.
In pratica con questa agile strategia la Svp ha messo la museruola sia al centrosinistra che alla Lega, che per paura di non avere l’appoggio al ballottaggio, hanno accettato di stare al guinzaglio. In tutto questo la Volkspartei sta cercando di mettere in piedi una vera e propria macchina da guerra, ovvero tre liste sotto il simbolo della piccola stella alpina con un potenziale di 150 candidati, liste dalla natura fortemente territoriale, improntate sui quartieri di Bolzano.
Il disegno è chiaro quindi. Arginare il perimetro elettorale dei suoi alleati, con flebili riferimenti ad un potenziale sostegno al secondo turno, ed in tutto questo cercare di arrivare al ballottaggio, cosa non improbabile visto che i due principali competitor sembra si stiano castrando volontariamente.
E cosa succederebbe se al ballottaggio arrivasse alla Svp? A quel punto, scondinzolando e con cappello in mano, Il terzo arrivato correrebbe in soccorso del Borgomastro pur di potersi sedere ai bordi del tavolo, per mangiarsi una buona zuppa di patate.
Eppure Bolzano per anni è stata roccaforte della destra dura e pura, ma ormai e per fortuna, quei tempi sembrano siano finiti nell’oblio. Rimane tuttavia curioso che in questa città, che fu fortino della destra nazionalista, uno Schützen possa diventare sindaco, pardon, Borgomastro

Giuseppe Marino

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