Paolo Nespoli atterra a Bolzano in una giornata ricca di impegni ed emozioni

Oggi si sono tenuti gli incontri conclusivi del Max Valier Award organizzato da Upad e Mua. Ospite speciale, a Bolzano per una toccata e fuga, l’astronauta Paolo Nespoli. È stato tre volte nello spazio con il record di 313 giorni di permanenza in orbita, primo astronauta italiano a colloquiare via tweet con i tanti fan che hanno seguito le sue missioni spaziali, protagonista di fumetti, di un docufilm presentato alla 74° edizione del Festival di Venezia e autore del libro edito da Mondadori “Dall’alto i problemi sembrano più piccoli”. Paolo Nespoli, ingegnere aerospaziale e astronauta, è stato fra i protagonisti di spicco e ospite d’onore della giornata conclusiva della prima edizione del Max Valier Award, premio internazionale ideato dal Mua e promosso dalla Fondazione Upad per onorare l’impegno e il successo di chi ha saputo “sognare l’impossibile”, ispirato alla vita dell’astronomo e pioniere della missilistica bolzanino. Ex militare, in servizio per le missioni spaziali fino al 2017, e ora in tour mondiale per raccontare la propria esperienza e motivare i giovani a realizzare i loro sogni, AstroPaolo, come è noto sui social, in serata saprà sicuramente conquistare i presenti alla premiazione in un Teatro Cristallo già sold-out da giorni, con il racconto della sua esperienza e dei suoi progetti futuri. Una giornata densa di impegni che l’ha visto protagonista già di prima mattina al Teatro Gries in un incontro con le scuole (elementari, medie e superiori) per quasi un’ora e mezza in cui ha saputo catturare l’attenzione di tutti.

Ha doti da vero e proprio showman, Nespoli. Si alza, si accalora, interroga i ragazzi delle scuole e i giornalisti in un autentico e vivace scambio in una giornata densa d’impegni, dove non perde mai la voglia di raccontare la sua esperienza di vita. Poi l’incontro con la stampa e un’altra ora di domande. Non si risparmia mai, le sue risposte si trasformano in racconti. Parla delle aspirazioni della mamma, che lo voleva elettricista in una comoda vita di provincia, della fidanzatina che gli regala a 12 anni il libro “Se il sole muore” di Oriana Fallaci e del fortuito incontro con la giornalista stessa in Libano, dove Nespoli, giovane militare, è parte della scorta. Nella sua divisa blu da ufficiale aerospaziale esprime la fierezza dell’essere stato parte di un dream team, ma rivela anche la difficoltà iniziale a credere di poter realmente raggiungere il suo sogno e il timore di sbagliare, citando il primo fallimento in una simulazione alla Nasa, per il quale si aspettava il biasimo della squadra e dove invece sperimenta un approccio culturale all’errore completamente diverso dal nostro. “Ci tengo a far capire che non sono un superman, che il successo di queste missioni si fonda sull’addestramento meticoloso, sullo spirito di squadra e sulla capacità di accogliere l’errore positivamente. Per gli americani si tratta di una risorsa e sarebbe giusto che fosse così anche nei sistemi educativi e produttivi europei” – spiega Nespoli. Si esprime per immagini, fa viaggiare con la mente quando confessa che “ti senti terrestre davvero, e abitante non di un paese, ma di tutto il pianeta, nel momento in cui lo vedi da lontano e ne percepisci la fragilità, ne vedi l’atmosfera che sembra quasi una nebbiolina delicata che può essere spazzata via da un soffio”. Un messaggio profondo infine, sorge dalla prospettiva della navigazione nello spazio quale nuova frontiera dell’offerta turistica. “Sarà proprio la nuova consapevolezza dei passeggeri di queste missioni che darà un impulso all’umanità a sentirsi un’unica nazione, marinai della stessa nave, da condurre in armonia per non distruggerla”.

Naturali e prima della pausa, in vista dell’impegnativa serata conclusiva, c’è stato il tempo anche per una chiacchierata informale al bar con il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano Arno Kompatscher.

Foto, Arno Kompatscher e Paolo Nespoli.  

 

 

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