È prossima la tassazione per il commercio online – in Austria dal 1° gennaio

La tassazione digitale per il commercio online si avvicina: dopo la Francia ora anche l’Austria ha deciso di introdurre una tassa digitale per i colossi online a partire dal 1° gennaio 2020. “In questo modo l’Austria diventa il secondo Paese della UE che elabora autonomamente una tassazione digitale. I tempi sono maturi affinché anche in Italia si applichi una web tax”, afferma il presidente dell’Unione commercio turismo servizi Alto Adige Philipp Moser.

A partire dal 2020, in Austria, le grandi aziende con fatturato annuale complessivo superiore ai 750 milioni di euro, di cui almeno 25 realizzati nella stessa Austria, saranno sottoposti a un’aliquota del 5 percento sui ricavi provenienti dalla pubblicità online. “Sebbene la tassazione delle entrate pubblicitarie sia di certo un buon inizio, si tratta tuttavia di un passo ancora timido, perché a essere tassato dovrebbe essere il fatturato complessivo”, precisa il presidente dell’Unione.

Nel programma del nuovo Governo italiano è entrata anche l’introduzione di una web tax che, tramite una corretta tassazione dell’economia digitale, dovrebbe garantire una nuova equità fiscale. “Grazie all’ottimizzazione e dello spostamento fiscale in altri Stati, in Italia i grandi colossi digitali, almeno finora, non hanno mai pagato tasse sui fatturati realizzati. E questa è una situazione che deve cambiare”, ribadisce Moser. Grazie a una tassa digitale dovrebbero essere chiuse le attuali lacune giuridiche, chiamando gli agglomerati digitali e le piattaforme di intermediazione e commerciali a rispondere delle loro responsabilità. A oggi, le aziende del commercio stazionario hanno un enorme svantaggio concorrenziale rispetto ai colossi online.

Per l’Unione, l’obiettivo definitivo è però la tassa digitale europea. La base delle soluzioni nazionali di Francia e Austria, però, è il fatto che, finora, non si sia trovato un accordo condiviso sull’introduzione di una tassazione digitale. L’Unione Europea, infatti, sta aspettando che si trovi una soluzione internazionale tra il G20 e gli Stati OCSE che l’Europa possa quindi applicare di conseguenza. “Ma quanto più tempo occorre a questo accordo, tanto più la UE viene messa sotto pressione. Perché sempre più Stati membri vogliono tassare le grandi imprese digitali”, chiarisce il presidente dell’Unione. Se, entro la fine del 2020, non sarà raggiunto alcun accordo internazionale, la UE introdurrà autonomamente una tassazione digitale da applicare al mercato interno europeo.

Foto, il presidente dell’Unione Philipp Moser.  

 

 

 

 

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