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Sesto commemora la prima ascensione della Punta Tre Scarperi3 min read

21 Luglio 2019 3 min read

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Sesto commemora la prima ascensione della Punta Tre Scarperi3 min read

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Con i suoi 3152 metri s.l.m., la Punta Tre Scarperi è la montagna più alta delle Dolomiti di Sesto. La sua vetta fu conquistata per la prima volta domenica, 18 luglio 1869, dai tre pionieri dell’alpinismo Paul Grohmann, Franz Innerkofler e Peter Salcher. Giovedì, questo evento storico è stato ricordato, nel giorno del suo 150º anniversario, con il PEAKnic in località “Staddila Winkl”. 

In Val Fiscalina, ai piedi della Punta Tre Scarperi, proprio dove i tre alpinisti Grohmann, Innerkofler e Salcher alle 3:45 intrapresero la loro storica avventura, agli oltre 200 ospiti entusiasti è stato prima servito un aperitivo di benvenuto, dopodiché è iniziato il PEAKnic in sé. I presenti sono stati deliziati con prelibatezze cucinate dallo chef stellato Chris Oberhammer, accompagnate dal vino Solaris di Baron Longo-Liebenstein zu Wellenburg & Langenstein. Inoltre, nel cestino da picnic hanno trovato utensili piccoli ed esclusivi che, anche a casa, ricorderanno ai partecipanti questa serata straordinaria. Bene Benedikt e Bepi Casagrande hanno invece raccontato divertenti storie e aneddoti.

Il clou della serata è stato uno spettacolo di luci che hanno tracciato, nel buio, la via originale intrapresa nella prima ascensione. A questo scopo, il soccorso alpino di Sesto ha posizionato numerose lanterne in punti strategici, che al crepuscolo si sono accese. Un progetto con un valore duraturo: le lanterne, infatti, sono già state rimosse e possono essere acquistate presso l’Associazione Turistica di Sesto come prezioso souvenir.

“È stata una serata bellissima, nel cuore del parco naturale. Il nostro obiettivo era anche quello di rinunciare, dove possibile, a un equipaggiamento tecnico e a rumori e luci non indispensabili. Volevamo celebrare questa giornata storica, culminata con la conquista della vetta, alle 8:45 di 150 anni fa da parte del trio Grohmann, Innerkofler e Salcher, nel rispetto della natura. Direi che ci siamo pienamente riusciti”, commenta soddisfatta Traudl Watschinger, presidentessa dell’Associazione Turistica di Sesto.

La conquista della Punta Tre Scarperi – 18 luglio 1869
(testo di Rudolf Holzer preso dal programma ufficiale PEAKnick)

Durante le prime ascensioni nelle Dolomiti Ampezzane, giunse alle orecchie di Grohmann, il più grande esploratore delle Dolomiti, il nome “Schusterkofel” – così la gente del posto chiamava la Dreischusterspitze (Punta Tre Scarperi) – che, ben presto, si rivelò essere la vetta più elevata di questo gruppo montuoso.

Trovò la montagna incredibilmente bella, ma ciò che lo affascinava di più erano la verginità, l’altitudine e l’impraticabilità.

Nel luglio 1869, Grohmann si ritrovò a Sesto con il suo ormai collaudato compagno di scalate Peter Salcher per affrontare gli “Scarperi”. Lo scalpellino di Sesto Franz Innerkofler, che conosceva quelle montagne come le sue tasche, si dichiarò pronto ad accompagnare la spedizione.

La cordata a tre partì il 18 luglio 1869 alle 3:45, attraversò i prati della Val Fiscalina fino al Staddila Winkl per poi salire verso destra in direzione della Lavina Bianca. Dopo soli 20 minuti, i tre raggiunsero le rocce e salirono su detriti e rupi scoscese fino alla Forcella dei Sassi.

Appena giunti alla forcella, si levarono le scarpe chiodate e continuarono ad arrampicare in calzini, mentre Grohmann indossò i cosiddetti “scarpetti”, una specie di pantofole con la suola cucita a refe. A questo proposito Grohmann affermò: “Non pensate che scalare gli Scarperi in ciabatte sia una tecnica divertente da provare a ogni costo?”

Al termine della cresta, il loro sguardo abbracciò il fondovalle. A destra e a sinistra si ergevano i picchi, ma qual era il più alto? Optarono per la torre all’estrema sinistra. Con grande coraggio, giunsero sulla lastra solcata da fenditure, seguirono lo spigolo ancora per pochi passi e la Punta Tre Scarperi fu conquistata. Erano le 8:45. Un imponente omino di pietra e una bandiera vennero posti a testimonianza dell’impresa vittoriosa.

Grohmann rimase profondamente colpito da quel panorama sublime. Furono in particolare le Tre Cime a stuzzicare il suo interesse, tanto da fargli maturare seduta stante la decisione di conquistarle presto. Comunicò il suo progetto ai compagni, ma in risposta ottenne solamente una risatina divertita.

Foto/© Armin Huber.