Il governo italiano diviso, con la Lega che ha già condannato Maduro e i Cinquestelle che insistono “sul coraggio di restare neutrali”.
Sono finora 19 i Paesi europei che, trascinati da Francia, Spagna Gran Bretagna, Germania, riconoscono le legittimazioni addotte dal presidente della Assemblea nazionale venezuelana. L’Italia non c’è, anzi ha impedito, per la seconda volta in pochi giorni, il tentativo di arrivare ad un determinazione comune dei 28 Paesi europei. Resta finora inascoltato l’appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ieri aveva chiesto che l’Italia assumesse, con “senso di responsabilità e chiarezza” una “linea condivisa con tutti gli alleati e i partner europei” Non ci può essere “incertezza né esitazione nella scelta tra la volontà popolare e la richiesta di autentica democrazia da un lato, e dall’altro la violenza e la forza”, ha scandito il Capo dello Stato.
Un po’ sbrigativamente Matteo Salvini ha ricordato che “finito il mandato di Maduro, dittatore rosso, entra in carica il Presidente della Camera, Guaidò”. Mentre per Alessandro Di Battista, l’Europa “dovrebbe smetterla una volta per tutte di obbedire agli ordini degli Stati Uniti”.
In foto, scaduto l’ultimatum contro Maduro, Ue riconosce Guaidò
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