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Salvini – autorizzazione a procedere

2 Febbraio 2019

Salvini – autorizzazione a procedere

Il Tribunale di Catania, contrariamente all’orientamento espresso dalla Procura di Catania, che aveva chiesto l’archiviazione per infondatezza della notizia di reato, chiede l’autorizzazione a procedere nei confronti del Ministro Salvini sulla base di ulteriori attività di indagine, dopo aver sentito il Questore di Catania , dott. Alberto Francini, il Prefetto di Catania, dot.ssa Silvana Riccio, il Comandante della Capitaneria di Porto di Catania, il controammiraglio Gaetano Martinez, il Capo di Gabineto del Ministero dell’Interno, il Prefetto Matteo Piantedosi, ed il Vice Capo di Gabinetto Vicario del Ministero, Prefetto Emanuela Garoni.
Il Tribunale di Catania, sulla base di differenziate argomentazioni, ritiene che nella condotta posta in essere dal Ministro dell’Interno nell’arco temporale compreso tra il 20 ed il 25 agosto 2018, con riguardo alla permanenza a bordo della nave della Guardia Costiera “U. Dicioti” attraccata al porto di Catania di n.177 migranti, tra cui alcuni minori non accompagnati, siano ravvisabili gli estremi del reato di cui all’art. 605, comma I e II, n.2, e comma I, del codice penale (reato di sequestro di persona, aggravato dalla qualifica di pubblico ufficiale, dall’abuso dei poteri inerenti a le funzioni esercitate, nonché per avere commesso il fatto anche in danno di soggetti minori di età).
Il Tribunale di Catania ritiene che la condotta assunta dal Ministro Salvini, nel periodo compreso dall’attracco della nave “U.Dicioti” al porto di Catania, avvenuto in data 20.08.2015, e fino all’autorizzato sbarco dei migranti, avvenuto in data 25.08.2018, rivesta i profili di illiceità penale in quanto quest’ultimo, nella sua veste di Ministro e pubblico ufficiale, ha abusato delle funzioni amministrative attribuitegli nell’ambito dell’iter procedurale per la determinazione del luogo sicuro di sbarco, ponendo arbitrariamente il proprio veto all’indicazione da parte del competente Dipartimento per le Libertà Civili e per l’Immigrazione, e dunque negando l’autorizzazione allo sbarco, così determinando la forzosa permanenza dei migranti a bordo dell’unità navale, con conseguente illegittima privazione della loro libertà personale, per un arco temporale giuridicamente apprezzabile ed al di fuori dei casi consentiti dalla legge.
Le condizioni precarie dei migranti a bordo della“U.Dicioti”, secondo il Tribunale di Catania, erano assolutamente note al Ministro, costantemente informato della situazione dalla “catena di comando” che faceva a lui riferimento.
In tal senso, emblematiche sono apparse le informazioni fornite dall’Ammiraglio Liardo: “la situazione a bordo resta sempre precaria e tende ad aggravarsi. I migranti dormono sul ponte adagiati su dei cartoni. Sono stati evidenziati dei casi di sospetta TBC e 11 donne hanno affermato di avere subito violenza sessuale in Libia e pertanto nei loro confronti è scattato il protocollo internazionale di protezione. Il comandante della Diciotti si sta attivando per rendere le condizioni di vita dei migranti a bordo meno traumatiche possibili, allestendo tende da campo sul ponte e montando delle docce”.
La condizione di effettiva privazione della libertà personale dei migranti è risulta tra l’altro avvalorata anche dal significativo intervento del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale che, in data 22 agosto, ha presentato un esposto denunciando la condizione dei migranti come equiparabile a quella dei detenuti, chiedendo il rispetto delle relative garanzie.
Per queste ragioni, il Tribunale di Catania, ha chiesto il rilascio dell’autorizzazione a procedere nei confronti del Ministro, escludendo che il suo intervento possa essere valutato come “atto politico” in senso stretto ma, al contrario, ritenendolo responsabile del reato di sequestro di persona avendo egli – a detta del Tribunale – violato le Convenzioni internazionali in materia di soccorso in mare e le correlate norme di attuazione nazionali (ConvenzioneSAR, Risoluzione MSC167-78, Direttiva SOP 009/15), non consentendo senza giustificato motivo al competente Dipartimento per le Libertà Civili e per l’Immigrazione – costituente articolazione del Ministero dell’Interno – di soddisfare tempestivamente la richiesta di soccorso presentata formalmente daI MRCC (Italian Maritime Rescue Coordination Center) alle ore 22:30 del 17 agosto 2018, e bloccando di fatto la procedura di sbarco dei migranti, così determinando consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale di questi ultimi, costretti a rimanere in condizioni psico-fisiche critiche a bordo della nave ormeggiata nel porto di Catania dalle ore 23:49 del 20 agosto e fino alla tarda serata del 25 agosto, momento in cui veniva autorizzato lo sbarco.