Alto Adige. Via libera allo schema di norme di attuazione riguardanti bilinguismo e censimento

Semplificazione. Questa la parola chiave e il minimo comune denominatore dello schema di norme di attuazione dello Statuto di autonomia approvato oggi dalla Giunta provinciale. Due i temi affrontati: da una parte le modalità per ottenere l’attestato di bilinguismo, dall’altra la dichiarazione di appartenenza o aggregazione linguistica rilasciata in occasione del censimento. Partendo da quest’ultimo punto, anche in Alto Adige il censimento della popolazione e delle abitazioni avrà luogo a cadenza annuale (ma solo su un campione di persone) e non più decennale, e si punterà sempre di più su un massiccio utilizzo della modalità digitale (già nel 2011 l’80% degli altoatesini aveva compilato i moduli per via telematica, ndr) che consente di ridurre costi e margini di errore nella compilazione pur mantenendo inalterati i vincoli di riservatezza, segretezza e inviolabilità.
La novità, secondo lo schema di norma di attuazione, dovrebbe essere rappresentata dalla possibilità di digitalizzare la dichiarazione personale di appartenenza linguistica o di aggregazione linguistica, ovvero quella che viene richiesta per partecipare a concorsi pubblici o accedere a graduatorie per prestazioni economiche. Sino ad ora l’archivio è tenuto in forma cartacea presso il Tribunale di Bolzano, “ma in futuro – annuncia Kompatscher – puntiamo a consentire l’accesso protetto e certificato tramite lo SPID o la Carta Servizi per rendere il servizio più snello e vicino alle esigenze dei cittadini”. Come noto, la dichiarazione personale può essere resa e modificata in ogni momento, ma per evitare un utilizzo strumentale della stessa è previsto che prima dell’entrata in vigore di un eventuale cambiamento debbano trascorrere almeno 18 mesi.
L’altro passaggio contenuto nello schema di norme di attuazione riguarda invece l’attestato di bilinguismo. In sostanza, per eliminare alcune storture, vengono inserite due nuove modalità per ottenere l’attestato allo scopo di ovviare alle situazioni in cui un candidato che è in possesso del titolo di studio universitario in una lingua e, ad esempio, abbia ottenuto una certificazione linguistica nell’altra lingua, debba sostenere l’esame nella lingua in cui è già in possesso del titolo di studio. Dopo il via libera della Giunta provinciale, l’iter prevede il passaggio in Commissione dei 6 e quindi in Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitiva.

Foto/c-USP.   

 

 

 

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