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Marco Stagni, talento musicale bolzanino applaudito in Italia e all’estero

10 Gennaio 2019

Marco Stagni, talento musicale bolzanino applaudito in Italia e all’estero

Marco Stagni nonostante sia figlio di un musicista si avvicina alla musica non da giovanissimo, intorno ai 18 anni cominciando a muovere i primi passi nell’ambito punk. Con il passare degli anni si avvicina ad altre forme musicali e comincia ad approfondire aspetti più teorici e tecnici legati alla musica. Nell’estate 2008 si muove per un piccolo periodo all’Havana per studiare con Roberto Martinez, bassista dello storico “Tropicana” e con Adrian Guerra (arrangiatore, polistrumentista) per approfondire le conoscenze della musica tradizionale e contemporanea cubana. Successivamente si dedica al contrabbasso e dopo qualche lezione e un periodo da autodidatta intraprende e termina il percorso di studi di contrabbasso jazz presso il conservatorio di Trento.
Nel corso degli anni ha avuto modo di collaborare con molti musicisti nei più svariati generi e partecipare alle registrazioni di 26 dischi.
Stagni si è esibito in Italia, Germania, Brasile, USA, Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Bosnia, Danimarca, Inghilterra, Cuba, Olanda e in Belgio, suonando in istituzioni prestigiose come Bataclan, Cafè de la Danse di Parigi, il Paradiso di Amsterdam, nonché il Parlamento austriaco e il porgy and bless di Vienna. Inoltre, è membro dell’Euregio Jazzwerkstatt, un collettivo di musicisti (Austria-Italia-Svizzera) fondato e promosso dal Südtirol Jazz Festival.
In un’intervista rilasciata a buongiornosuedtirol.it Marco Stagni parla di musica, del suo ruolo di docente presso il Cesfor di Bolzano e del jazz in Alto Adige.

Marco, se ho capito bene, come genere musicale prediligi il jazz. Perché?

Hai ragione mi piace molto il jazz, nella più ampia accezione del termine, diciamo che mi piace principalmente l’attitudine del jazz. Prediligo musica dove interplay ed improvvisazione sono una parte fondamentale di quello che verrà eseguito.

Tu collaborai con musicisti importanti e suoni molto anche all’estero. Secondo te in Alto Adige si coltiva sufficientemente il jazz, oppure ci si concentra più su altri generi?

Personalmente credo che in Alto Adige ci siano diverse possibilità di accedere al jazz, chiaramente con le dovute modalità rispetto alle realtà che si possono trovare nelle grandi città. Ci sono rassegne e festival di alto livello, sia per chi ama il mainstream, sia per chi ama la contemporaneità. Bisogna semplicemente essere curiosi ed informarsi. Con questo non voglio dire che siano tutte rose e fiori, tutt’altro. Mediamente manca una predisposizione all’ascolto verso ciò che non si conosce o che esula da una sonorità più accomodante. La musica è un’esperienza che necessita di essere vissuta dal vivo per apprezzarne la totalità e per invaghirsene.

Sei docente di basso elettrico e contrabbasso presso il Cesfor di Bolzano da diversi anni. Raccontami del rapporto con i tuoi studenti. Quali sono le ragioni principali secondo te che spingono le persone a suonare questi strumenti?

Insegnare musica individualmente ti mette in condizione di provare diverse strade per ottenere un risultato, questo è molto stimolante. Il basso non è uno strumento molto popolare tra i giovanissimi, non è come il piano o la chitarra, si scopre con il passare del tempo e spesso chi decide di suonare il basso o il contrabbasso arriva da un passato con un altro strumento. I motivi che spingono una persona a suonare uno strumento di questo tipo sono diversi. C’è chi lo sceglie per il timbro, poi chi ne apprezza la funzione nel complesso e altri ancora per la collocazione che consente al musicista di porsi su un palco in una posizione meno esposta. In motivi sono sicuramente molteplici.

La musica è un’arte che richiede molto mestiere e tanti sacrifici. Cosa consiglieresti a coloro che intendono intraprendere la carriera del musicista?

Ci sono molti modi di essere un musicista, come sono molti i contesti dove poterlo essere. Sicuramente una solida base teorico/tecnica è un buon punto di partenza anche se non strettamente necessaria. Trovare e seguire la propria indole e cercare un proprio suono credo che siano due aspetti fondamentali per qualsiasi strada si voglia intraprendere. È difficile dare un consiglio generale, credo che ascoltare più musica possibile, sia per generi che per epoche, aiuti ad ampliare il proprio linguaggio e la propria creatività, pur sempre mantenendo il focus sul fatto di essere musicista nel presente. Sembrerà scontato ma anche essere puntuale e rispondere al telefono o alle mail aiuta molto.

Foto, Marco Stagni/c-Monica Condini.   

 

 

 

Giornalista pubblicista, scrittore.