Quanta bellezza ci regala la ricerca? In che modo i ricercatori si occupano di aspetti della bellezza nella loro attività scientifica? Per il numero 79 di Academia, la rivista di divulgazione scientifica di unibz e Eurac Research, la redazione lo ha chiesto ai protagonisti del mondo accademico e della ricerca altoatesino: ingegneri, teorici dell’arte, agronomi, biologi, esperti di sviluppo regionale, informatici, economisti. Loro stessi hanno fatto una scoperta: c’è del bello da scoprire, anche dove, all’inizio, non sarebbe sembrato
In un’intervista sulla conservazione dei monumenti, Alexandra Troi, ingegnere di Eurac Research, e Stephan Schmidt-Wulffen, teorico dell’arte e preside della Facoltà di Design e Arti di unibz, spiegano come a volte la bellezza possa apparire sotto nuovi nomi, come “sostenibilità” oppure “utilità”. I due esperti discutono di cosa sia diventata la bellezza nell’arte e in architettura e di come preservarla. Secondo Schmidt-Wulffen, capita che la conservazione dei monumenti storici si traduca in una minaccia. “Ciò che è bello per molti, spesso va già in direzione di Walt Disney”, afferma criticamente, “chi fa conservazione dei beni culturali deve lottare contro questo fenomeno e mantenere visibile anche l’invecchiamento degli oggetti”. Per Alexandra Troi, ingegnere che ristruttura edifici storici per renderli efficienti dal punto di vista energetico, la bellezza è una questione di valore aggiunto: “Quando sono entrata per la prima volta nella Casa della Pesa di Bolzano, inutilizzata da anni, ho pensato unicamente alle condizioni, a prima vista di abbandono, dell’edificio. Il mio collega, invece, da conservatore di monumenti mi ha aperto gli occhi su piccoli e preziosi dettagli che mi erano sfuggiti”.
Ma gli scienziati si sentono responsabili anche quando si tratta di preservare la bellezza della nostra natura o del nostro patrimonio culturale. Le parole chiave esplorate da Academia sono: agriturismo, agricoltura sostenibile, rinaturalizzazione dei fiumi, biodiversità. A questo proposito, Ulrike Tappeiner, presidente di unibz e direttrice dell’Istituto per l’ambiente alpino di Eurac Research, racconta come piante e animali abitino la Terra da milioni di anni, molto prima della comparsa dell’uomo. Ed è proprio l’uomo il principale responsabile delle estinzioni di massa. Tappeiner parla di catene alimentari, di trifoglio bianco e del monitoraggio sulla biodiversità che coinvolgerà tutto l’Alto Adige. “Abbiamo bisogno di un monitoraggio continuo per capire quanto velocemente la biodiversità sta cambiando e in quali settori i cambiamenti siano particolarmente sensibili, ad esempio in agricoltura”, sottolinea.In un articolo scritto a quattro mani, la redattrice Alessandra Papa e Alessandro Narduzzo, ordinario alla Facoltà di Economia unibz, riflettono su come la teoria economica si relazioni con la bellezza.
Foto, Copertina della Rivista Academia
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