Bolzano: esplode la paura, Farweb sui social…

Bolzano nell’ultimo periodo vive una stagione non facile. Da sempre considerata città sicura, tranquilla, quasi noiosa, si ritrova spesso citata in fatti disdicevoli, quali risse, aggressioni, furti a raffica ed episodi di media e microcriminalità. La paura a Bolzano vi fu nei periodi legati al terrorismo, ancora negli anni ’80. Bolzano ebbe paura ai tempi di Marco Bergamo ma il tutto veniva vissuto come una tragica fatalità, soprattutto parevano capitoli che prima o poi si sarebbero chiusi. Bolzano non è abituata ad avere una rissa al giorno. Bolzano non è abituata a vedere macchine divelte da una spranga in pieno giorno. Perfino i Vigili Urbani hanno subito aggressioni e la popolazione pare sempre più esasperata. Dall’altra ci sono dati che indicano una situazione non estrema. Le segnalazioni che arrivano, soprattutto se collabori a qualche giornale, sono svariate, nel 90% dei casi non denunciate alle Forze dell’Ordine. Persone che dicono d’esser state seguite, a volte aggredite, che rinunciano a rivolgersi alle Istituzioni, la cui fiducia è ai minimi storici. C’è chi invoca l’Esercito, chi vorrebbe dare più mezzi alle Forze di Polizia Urbana, il taser ad esempio. Il Vigile Urbano oggi a Bolzano si trova in situazioni impensabili, almeno fino a non molti anni addietro. Ripensamento del ruolo? Nuovi mezzi d’intervento? Carabinieri e Polizia lavorano con leggi e mezzi in vigore, sempre attenti a non finire ripresi e poi accusati come spesso accade in un paese che tifa e non ragiona. Vi ricordate quando a Milano la Polizia freddò il terrorista di Berlino? Qualcuno chiese la testa di quei poliziotti. Non è un paese per vittime. Oggi a Bolzano intervengono quattro pattuglie per una persona, due Carabinieri finiscono all’ ospedale. Questo accade perché le stesse forze dell’ordine sono messe in condizioni d’ingaggio sfavorevoli, pronte ad essere messe alla gogna al primo video che finisce in rete. La situazione che si sta venendo a creare è socialmente simile ad una bomba atomica. Una guerra tra poveri, da una parte chi arriva qui e non è gestito come si dovrebbe, dall’altra il normale cittadino medio che paga le tasse ma non ha garantita la sicurezza base. Molti sui social inneggiano a soluzioni “fai da te”, una sorta di “FarWeb” che auguriamoci rimanga “sparata virtuale”. La popolazione bolzanina ha un gran mal di pancia ultimamente, silenzioso, molti confidano in privato ciò che pensano, pubblicamente non hanno il coraggio per paura d’esser bollati. Questa “summa” deleteria porterà inevitabilmente allo scioglimento del patto sociale, base dello stato di diritto. Perché rispettare regole infrante di continuo e senza quasi conseguenze? Perché pagare tasse e rischiare la testa per mancanza di sicurezza? La disobbedienza in questo caso diventa rabbia, la frustrazione generata da impotenza è pericolosissima e spinge persone non violente a diventarlo per reazione. La politica, smontati i teatrini del pro o contro che tanto divide social e paese dovrebbe comprendere che la liquidità della società segue quella dei comportamenti individuali che poi divengono collettivi. Governi locali e rappresentanti delle istituzioni devono prendere atto di una crisi in atto, che ha destabilizzato ciò che sembrava stabilissimo, ovvero quel patto sociale che aveva portato la nostra società ad essere mediamente sicura, se non minacciata da episodi legati a fatalità. Il processo in corso invece è un ciclo, non ancora in apogeo, che va gestito smorzando quegli spigoli che portano eccessi. Se dovessimo lasciare che un processo del genere s’esaurisca in autonomia si potrebbero scatenare reazioni ad oggi non calcolabili, anche da parte di cittadini oggi impauriti. Va azzerata la paura, la politica deve trovare il coraggio di sedersi ad un tavolo, lasciando fuori le ideologie, mettendo al centro la sicurezza ed il benessere dei cittadini, obiettivi comuni a qualsiasi schieramento, che seguono l’interesse nazionale, ovvero i tre cardini che tengono insieme il fare politica. La soluzione è semplicissima, il problema non è interpretabile, ma per risolverlo va preso atto che esiste.

Foto/c-Domenico Adamo.  

 

 

Marco P.

Giornalista pubblicista, originario di Bolzano si occupa di economia, esteri, politica locale e nazionale

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