Bolzano. Intensa lotta al contrabbando, in meno di due mesi la GDF sequestra nove veicoli

Non si arresta il fenomeno dell’utilizzo di autovetture immatricolate in Paesi extracomunitari da parte di cittadini stranieri che vivono o lavorano stabilmente in Italia. 

Solo nell’ultimo mese e mezzo i Finanzieri del Gruppo di Bolzano, durante le attività di controllo economico del territorio svolte in provincia, hanno individuato nove veicoli con targa estera, guidati da cittadini stranieri, due macedoni, due ucraini, due albanesi, un moldavo, un bosniaco e uno svizzero. Tali sono risultati abitualmente residenti in Italia. Va precisato che una persona si considera stabilmente legata al territorio italiano quando, nel corso degli ultimi 12 mesi precedenti il controllo, ha vissuto e/o lavorato sul territorio nazionale per più di 6 mesi, anche non continuativi.
I militari hanno eseguito gli opportuni approfondimenti, soffermandosi, in particolare, sull’aspetto legato alla regolarità della “presenza” delle autovetture sul territorio italiano alla luce della vigente normativa doganale. I successivi riscontri, effettuati sulla base dei documenti esibiti dagli stranieri fermati, hanno dimostrato che gli autoveicoli non potevano circolare in Italia, nemmeno temporaneamente, non essendo stati pagati i prescritti dazi e diritti doganali. In tema di circolazione di veicoli extraUe sul territorio nazionale, esistono particolari esenzioni dal pagamento dei diritti di confine solo a condizione che il conducente coincida col proprietario del mezzo ovvero che quest’ultimo si trovi comunque a bordo, come previsto anche dalla Convenzione di Istanbul del 26 giugno 1990.
Ai conducenti sottoposti a controllo da parte delle Fiamme Gialle è stato contestato il contrabbando di veicoli; le autovetture sono state quindi sottoposte a sequestro amministrativo, finalizzato all’eventuale confisca in caso di mancato pagamento delle sanzioni ed omesso versamento di un importo pari al valore di mercato del veicolo al momento del controllo.
Spesso coloro che ricorrono a questo espediente lo fanno per risparmiare sulla tassa di proprietà (bollo) e sui premi assicurativi, le cui tariffe in Italia sono molto elevate.

 

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