Malgrado infatti la tendenza delle istituzioni accademiche italiane a concentrarsi sul repertorio classico tralasciando la produzione più recente, c’è tuttavia chi combatte in prima linea per l’affermazione di nuovi linguaggi, la ricerca di nuovi percorsi ed una dimensione “contemporanea” del comporre.
A queste personalità il festival diretto da Hubert Stuppner vuol dare spazio mettendo in collegamento le classi dei conservatori di Bolzano, Udine e Alessandria, grazie ad un sodalizio tra tre docenti di composizione che appartengono alla stessa generazione e provengono dalle più avanzate scuole di composizione in Italia: Heinrich Unterhofer, Mario Pagotto e Luca Macchi.
Saranno i loro allievi a presentare al pubblico bolzanino le proprie composizioni nel concerto di sabato 27 ottobre, alle ore 18.00, presso la Sala Michelangeli del Conservatorio Monteverdi. I brani selezionati saranno eseguiti da un’orchestra da camera formata da un gruppo misto di strumentisti dei tre conservatori, diretti dal maestro Andrea Cappelleri.
Il programma si apre con una suite di 6 brani di Chiara Sgherbini, laureanda presso il Conservatorio di Alessandria a cui segue Duende, del suo compagno di studi Antonio De Padua Roldán Sánchez. Il Conservatorio di Udine propone invece gli italiani Andrea Alzeta, di cui si eseguirà il brano Le armi di Eris, e Maria Beatrice Orlando con La nave di Teseo.
La classe di composizione di Bolzano di Heinrich Unterhofer presenta invece cinque studenti con cinque composizioni inedite: Antonio Zompì, di Bari, il cinese Xiaoran Zhang, il bolzanino Massimo Fabbris, Sara Stefanovic e l’ungherese Sara Iván.
Questa piccola rassegna di giovani compositori evidenzia la progressiva internazionalizzazione dei conservatori italiani, e l’interesse degli stranieri per la tradizione della composizione italiana che fa tesoro delle recenti esperienze delle avanguardie con compositori come Dallapiccola, Berio, Nono, Manzoni, Bussotti, Donatoni e Sciarrino per citarne alcuni.
Questa importante iniziativa non solo unisce tre istituzioni creando un fertile dialogo, ma offre anche agli studenti strumentisti una vera opportunità di confrontarsi con un repertorio nuovo, mai prima eseguito, che richiede competenze e abilità che un musicista proiettato nel futuro dovrebbe cercare di acquisire.
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