Alto Adige. Nuove sfide in arrivo per la SVP a condizione che l’interlocutore italiano sia all’altezza della situazione politica

Abbiamo eletto il nuovo Consiglio provinciale. Come sempre ci sono vincitori e vinti. Questa volta a differenza della tornata scorsa i consiglieri italiani da cinque salgono ad otto. Secondo alcuni sarebbe stata la Lega di Salvini a spingere i cittadini della lingua di Dante a recarsi alle urne. Sicuramente un evento in controtendenza e non previsto, nemmeno da molta parte della Stella Alpina che sperava di attingere copiosamente al voto italiano piuttosto che sulla sua astensione. Dopo l’amara sorpresa del risultato di soli 15 consiglieri la SVP inevitabilmente dovrà scontrasi con una realtà diversa da quella sperimentata per decenni. Questa volta, sempre che i futuri partner di lingua italiana sappiano farsi rispettare e mantenere la parola data ai loro elettori, la SVP dovrà prendere atto di un vero confronto politico in Consiglio. Senza maggioranza e senza avere la certezza di poter contare su partner inermi (come si è visto negli ultimi anni) anche il primo partito dovrà raffrontarsi con chi la pensa diversamente. Ciò significa che anche la Stella Alpina dovrà accettare compromessi per evitare eventuali crisi politiche.
In ogni caso sembra scontato che i consiglieri leghisti entreranno in maggioranza a titolo etnico, oppure politico. Ancora questo non è chiaro, ma poco importa! È fuori dubbio che lo scaltro segretario della SVP conosca il linguaggio appropriato per giustificare una scelta obbligata, considerato il voto massiccio ottenuto dalla Lega. Non va neanche sottovalutato che in Consiglio si trova oltre alla Lega anche Alessandro Urzì , strenuo difensore della italianità. Che la maggioranza degli elettori italiani abbiano scelto di essere rappresentati da forze politiche di destra è evidente. Capisco il rammarico dei Verdi, dei 5 Stelle e del PD, ma i numeri  sono decisivi.
Analizzando il contesto del risultato elettorale si nota che i Freiheitlichen hanno perso moltissimo e sono scesi a due consiglieri. A differenza della Südtiroler Freiheit che ha anche perso un consigliere, scendendo da tre a due consiglieri, i voti persi dai Freiheitlichen sono transitati nel bacino leghista. Questo indica che gli elettori tedeschi pronti a votare i Freiheitlichen fanno una scelta più di carattere contenutistico e non meramente identitaria. Nel senso che non importa chi interpreta i contenuti ma che questi siano rappresentati. Un salto impossibile per chi ne fa una questione identitaria e pretende che le sue istanze siano rappresentate unicamente dai suoi simili. È un fenomeno interessante che emerge con chiarezza da queste elezioni. Sarebbe il caso che i vari comitati e assemblee di partito inizino a riflettere seriamente su questo focus politico-sociale in Sudtirolo.

In foto: Achammer e Kompatscher/c-Oliver Oppitz. 

 

 

Claudio Calabrese

Giornalista pubblicista, scrittore.

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