Trento. Università, nasce la “School of Innovation” dell’Ateneo

Nasce all’Università di Trento la “School of Innovation”. Offrirà agli studenti un percorso extracurricolare certificato per integrare le proprie competenze ed essere più appetibili nel mercato del lavoro. La creatività come valore aggiunto nella formazione. Prossimi passi: aprire i corsi anche a chi già lavora, ristrutturare l’offerta formativa esistente e introdurre nuovi percorsi, interdisciplinari e incentrati sull’innovazione
Un approccio nuovo che parte dalla didattica universitaria per arricchire i percorsi formativi e i curricula di studenti e studentesse dell’Ateneo con competenze manageriali e imprenditoriali utili per adattarsi alle richieste del mercato del lavoro. Ma anche un volano per catalizzare e far crescere iniziative di innovazione sociale del territorio: iniziative preziose per lo sviluppo di prodotti, servizi e di nuovi modelli di business in collaborazione con enti locali, associazioni di imprese, cooperative e organizzazioni non profit.
La nuova School of Innovation dell’Università di Trento sara presentata il 27 settembre alle 18 al Contamination Lab di Trento (CLab, Piazza Fiera 4. Alla cerimonia di apertura, dopo i saluti del rettore Paolo Collini e del responsabile scientifico Sandro Trento, interverranno Rudi Kimmie (Kwazulu-Natal University of Durban, Sudafrica), Ronald Jonash (IXL Center, Usa) e Marco Bicocchi Pichi (già presidente di Italia Startup sui temi dell’innovazione 4.0.
La Scuola offrirà corsi, laboratori interattivi, seminari interdisciplinari e altre attività formative pluridisciplinari da inserire all’interno dei corsi di studio già esistenti nei vari dipartimenti dell’Ateneo. Previsti anche percorsi personalizzati sotto la guida di mentori, esperti o professionisti provenienti anche dal mondo esterno. Nel suo primo anno di avvio le proposte saranno destinate a chi frequenta corsi di laurea magistrale e master del Centro di Biologia Integrata (CiBIO) e dei dipartimenti di Economia e Management, Ingegneria industriale, Ingegneria e Scienza dell’Informazione e Sociologia e Ricerca sociale. Poi gradualmente i allargherà al resto dell’offerta formativa dell’Ateneo. A chi conseguirà un numero minimo di crediti formativi in almeno due aree disciplinari, la Scuola rilascerà un attestato di frequenza che, pur non avendo valore legale, costituirà un valore aggiunto sul mercato del lavoro.
Nel secondo anno di attività, la School of Innovation offrirà formazione anche a persone che già lavorano o che hanno completato gli studi e vogliano aggiornare o completare la loro formazione senza necessariamente conseguire un titolo universitario. Prevista anche l’organizzazione di scuole estive. Come obiettivo a medio termine, la Scuola intende promuovere l’avvio di nuovi corsi di laurea magistrali con natura interdisciplinare in cui competenze specialistiche e tecniche siano associate a competenze manageriali. Oltre a proporre forme di cooperazione inter-dipartimentale anche nell’ambito dei dottorati di ricerca.
“Il rapido cambiamento tecnologico e sociale a cui assistiamo – spiega il responsabile scientifico Sandro Trento – impone infatti a quasi tutti i settori un continuo adattamento delle proprie pratiche, routine e soluzioni. Innovare è una priorità per tutte le imprese che intendono sviluppare prodotti capaci di soddisfare bisogni, nuovi e vecchi, dei consumatori. Ma è una necessità anche per strutture e organizzazioni che iniziano a seguire logiche di mercato. L’evoluzione della struttura produttiva, l’utilizzo di piattaforme elettroniche, l’uso sempre più intenso di strumenti digitali richiedono nuove competenze da parte dei lavoratori. Con questa proposta intendiamo superare l’offerta formativa universitaria tradizionale, spesso vincolata da confini disciplinari e caratterizzata da demarcazioni non sempre adeguate rispetto ai processi in atto sia in termini di traiettorie di cambiamento scientifico e tecnologico, sia in termini di mutamento delle professioni e delle architetture organizzative”.

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