Bolzano. Migranti, giro di vite sui contributi, Caritas contraria, d’accordo il sindaco

Sussidi per chi impara la lingua e supera un corso.
Soldi solo a chi si integra. La giunta provinciale prevede il taglio dei “sussidi non essenziali”agli stranieri. Questa a dichiarazione del presidente della Provincia Arno Kompatscher, all’unisono con l’assessore all’integrazione Philipp Achammer nell’incontro con la stampa. Nulla di nuovo, peraltro, perché la legge sull’integrazione è in vigore da anni a tutti gli effetti, se non il parere del professore austriaco Walter Obwexer al quale era stata chiesta un’analisi dal punto di vista delle norme eruropee. Le prestazione saranno erogate in relazione ”alla conoscenza certificata delle lingue, della cultura locale e dell’obbligo scolastico dei minori.” Nei prossimi mesi le ripartizioni competenti dovranno modificare i criteri per l’assegnazione delle prestazioni di base i quanto previsto nella delibera. Non sarà sufficiente la frequenza dei corsi di lingue. Verà chiesto anche il superamento degli esami conclusivi che attestino la conoscenza di base della lingua . Si partirà con una lingua. Italiano o tedesco con un vincolo. Chi iscrive il figlio alla scuola tedesca o italiana deve saper dimostrare di essere in grado quella lingua per seguire il figlio. “Deve esserci una differenza tra chi dimostra una reale volontà di integrazione e chi vive qui come se abitasse in una società parallela”, ha detto Achammer.
D’accordo il vicepresidente Christian Tommsini . “Se vogliamo evitare derive razziste è importante fissare diritti e doveri legati all’integrazione”.
Paolo Valente, direttore della Caritas in un’intervista ieri alla Rai esorta la politica a lasciare il tema del’immigrazione fuori dalla campagna elettorale osservando “che è improprio legare il soddisfacimento dei bisogni, per quanto secondari a prestazioni che nulla hanno a che fare con questi bisogni”. Altra la posizione del Sindaco : “Benvenute le persone che trovano lavoro e vogliono inserirsi. Massima libertà di espressione e di religione, ma non possiamo permetterci società parallele . Chi arriva da fuori deve conoscere la lingua e i nostri valori di democrazia. Un integrazione reale fa bene a noi e ai nuovi cittadini”

Foto. Presidente Arno Kompatscher e Philipp Achammer

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