Bolzano. Manovre elettorali tra realismo e alchimia

Il PD spalanca le braccia verso la periferia, ma potrebbe essere troppo tardi.

Nonostante il caldo torrido a Bolzano si pensa alle Provinciali di ottobre. All’interno dei vari partiti politici l’ansia che precede la campagna elettorale è forte. Ciò che più preoccupa gli aspiranti consiglieri, in particolare del gruppo italiano, è come fare a trovare il miglior posto nella lista più vincente. Non è certo la scoperta dell’acqua calda che i vari movimenti minori, PD compreso, sperino di ottenere il miglior resto per l’ambito posto in Consiglio provinciale. Il gruppo italiano in Alto Adige generalmente si ispira all’andamento politico nazionale e considerando l’attuale panorama i vincitori sul versante italiano saranno la Lega e i Cinque Stelle. In questo gli italiani in Alto Adige in passato non hanno certo dimostrato di essere consapevoli della situazione particolare del territorio. Qui i conti bisogna necessariamente farli con il partito di maggioranza, vale a dire la SVP. Inoltre, da italiano serve poco lo spirito sovranista dove tutto è regolato in funzione di un’autonomia etnica con la relativa legge proporzionale. Coloro che si sono trovati ieri in riunione in Piazza Domenicani a Bolzano per discutere di strategie e cordate per le Provinciali conoscono la situazione politica sudtirolese, ma forse sottovalutano che oggi più che mai non si può sfuggire alla necessità di cambiare volti, contenuti e metodi. Le varie elezioni, sia in Italia che in Europa dimostrano che gli elettori chiedono con determinazione un cambiamento radicale. L’Austria, Repubblica plasmata per molti anni da una Socialdemocrazia esemplare, oggi è governata da un esecutivo composto da popolari e membri dell’estrema destra. Il mutamento politico non è mancato nemmeno in Italia, ora governata da due forze politiche, di cui una sorta meno di 10 anni fa e dalla Lega di Salvini.
Dalla stampa locale si evince che la segreteria altoatesina del PD vorrebbe sia una campagna tutta schiacciata sul capolista, Christian Tommasini, come è già stato in passato, ma anche coinvolgere pienamente i colleghi di Merano e Laives, Diego Zanella e Sara Endrizzi, proponendo loro un posto nella testa di lista. Forse si dimentica la questione fondamentale, ovvero il numero di seggi che realisticamente il Pd può ottenere. È improbabile che dopo lo sfaldamento politico nazionale, in loco il PD  possa aspirare ad un così considerevole obbiettivo elettorale. Inoltre, mi sembra di ricordare che a Merano erano sorte perplessità sulle modalità di scelta del capolista per le Provinciali. Perché mai allora un posto nella testa di lista dovrebbe essere interessante? Sembra proprio che la confusione regni sovrana. Tuttavia l’idea di fondo di qualche stratega dell’attuale partito di colazione in Giunta provinciale sembra voler unire il PD con i colleghi di partito meranesi e nel contempo attirare la lista Civica per Merano. Un tentativo alchemico abile, chissà se andrà in porto.

In foto: Diego Zanella.

Claudio Calabrese

Giornalista pubblicista, scrittore.

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Claudio Calabrese

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