Una sera di domenica di metà giugno, tutti gli anni, sulle pendici delle montagne dell’Alto Adige ardono suggestive immagini di fuoco raffiguranti il cuore di Gesù. Alcune più grandi, altre più piccole, alcune in lontananza tanto da risultare sfumata l’immagine del cuore con la croce in centro. È uno spettacolo magico, di intensa suggestione emotiva. Sono i fuochi del Sacro Cuore allestiti dai contadini nei masi di montagna. La tradizione della notte dei fuochi in Alto Adige si perde nella notte dei tempi ed è narrata nel libro I FUOCHI DEL SACRO CUORE NELLA STORIA DEL TIROLO TRA RELIGIONE E POLITICA, a cura di Carlo Romeo e pubblicato dalla Casa Editrice Praxis di Bolzano.
In epoca pagana venivano accesi in coincidenza del solstizio d’estate per onorare la luce e il suo dio, il Sole, dispensatore di energia e di vita, ma anche per intimorire i demoni e cacciare gli spiriti maligni. Con la cristianizzazione i fuochi della mitologia germanica cambiarono nome e si chiamarono i fuochi di San Giovanni, il santo la cui festa ricorre nei giorni del solstizio, il 24 giugno.
Con la dine del Settecento divennero poi i fuochi del Sacro Cuore in seguito alla decisione della Dieta del Tirolo di istituire una festa solenne in onore del Sacro Cuore. Il Tirolo era in pericolo e se Gesù avesse fatto la grazia di preservare la Patria dall’invasione di Napoleone il popolo tirolese avrebbe rinnovato la sua devozione al Sacro Cuore. Le armate rivoluzionarie stavano dilagando dalla Francia in tutta Europa, gli Asburgo ancora resistevano ma fino a quando sarebbero riusciti a tener testa all’ondata straripante che stava travolgendo il continente? Dopo aver occupato Milano, il 14 maggio 1796 il generale Buonaparte puntava puntava verso il Tirolo con l’intento di ricongiungersi sull’Inn con il generale Monreau che scendeva da nord per poi marciare insieme su Vienna. Per decidere come fronteggiare la situazione, la Dieta tirolese elesse un comitato di 26 uomini che si riunì a Bolzano a Palazzo Toggenburg dal 30 maggio al 1° giugno. L’abate della abbazia di Stams, Sebastian Stöckl fece la proposta di porre il Tirolo e il suo popolo sotto la protezione del Sacro Cuore di Gesù e di prestargli voto con giuramento solenne. La proposta di Stöckl fu accolta all’unanimità e il 3 giugno 1796 il voto fu solennemente espresso nel Duomo di Bolzano davanti al celebre quadro del Sacro Cuore, lo stesso che oggi si trova nella cappella sacramentale del Duomo.
Intanto le operazioni di guerra continuavano secondo i piani prestabiliti dal generale Buonaparte. Il 5 settembre Napoleone, incalzando le retroguardie austriache, entrava in Trento. Ma qui avvenne il colpo di scena. Anziché proseguire lungo l’Adige verso Bolzano per ricongiungersi con Moreau sull’Inn, Napoleone piegò verso est, prese la strada per la Valsugana all’inseguimento delle truppe austriache che erano giunte a Bassano al comando di Wurmser per puntare da qui su Vienna attraverso il Friuli. Il Tirolo fu così risparmiato. Il Sacro Cuore aveva fatto il miracolo e la Heimat per il momento era salva.
Immagine del Sacro Cuore di Gesù di Carl Henrici nella cappella sacramentale del Duomo di Bolzano.