Merano. Ztl “free”per i consiglieri, la maggioranza fa saltare il numero legale

È successo giovedì 1 marzo che il Consiglio comunale a Merano sul tema mobilità si è diviso. Si trattava di concedere permessi a dipendenti e consiglieri comunali in deroga al divieto d’accesso alla Zona traffico limitato (Ztl). La presidente del Consiglio Francesca Schir (M5S) aveva accolto e posto in discussione urgente la richiesta di Christoph Mitterhofer (Südtiroler Freiheit) che proponeva l’autorizzazione permanente per dipendenti comunali e consiglieri ad accedere alla Ztl per raggiungere il palazzo comunale. “Irricevibile per la maggioranza tale richiesta- ha reagito Christina Kury (Verde)- per quale motivo questo status dovrebbe essere concesso ai dipendenti comunali e ai consiglieri se è negato a tutti gli altri cittadini?” Bastava semplicemente discuterla e bocciarla come avremmo fatto noi”- è stata la risposta dei consiglieri opposizione Schir e Walter Taranto (Civica per Merano), il quale aggiunge: ”La consigliera Kury si è sfacciatamente data da fare per far uscire i consiglieri di maggioranza dall’aula e far mancare il numero legale, mentre noi dell’opposizione in diverse situazioni abbiamo salvato la maggioranza quando stava per mancare il numero legale. Un comportamento riprovevole.” La proposta di Mitterhofer aveva raccolto le firme di sette consiglieri tra cui quella dello stesso Taranto, che così motiva la sua adesione al gruppo dei sette.”La mia firma – afferma Taranto – aveva solo lo scopo di sostenere la richiesta di discussione urgente (l’entrata in vigore della Ztl è prevista per il 14 marzo, mentre il prossimo consiglio comunale è fissato per il 22 marzo) ma né io né la mia formazione politica siamo favorevoli ad un provvedimento del genere, semmai possiamo parlare di un’autorizzazione limitata all’orario delle sole sedute consiliari per chi viene da fuori, non ad un provvedimento generalizzato come proposto da Mitterhofer. Kury ha sbagliato i conti –conclude – poiché c’erano delle assenze nella maggioranza temeva che la mozione venisse approvata e così ha lavorato per far mancare il numero legale senza considerare che un provvedimento così formulato, di questi tempi, mai sarebbe passato”.  

 

 

 

 

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