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Laives. Rigoni Stern: riuscito omaggio multimediale

8 Marzo 2018

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Laives. Rigoni Stern: riuscito omaggio multimediale

Sala affollatissima, l’altra sera, al Nuovo Teatro di San Giacomo di Laives, in occasione della performance multimediale «Il ‘Sergente’ • La Natura – Omaggio a Mario Rigoni Stern»proposta da New Eos teatro-musica (Mara da Roit, Patrizio Zindaco, Luca Dall’Asta). Una bella notizia per il suo significato intrinseco: nella misura in cui parla di una comunità matura, profonda, pronta a investire con entusiasmo il proprio sabato sera nella scoperta, o riscoperta, di un grande della scena letteraria del nostro tempo che non c’è più. Un tramite di memorie storiche, come pure di memorie “altre” riferite al mondo montano, e parallelamente un narratore di cronache dalla natura, un “testimonial” dell’ambiente.

A comprovare l’attualità del personaggio Rigoni Stern e la sua capacità di arrivare al lettore, o, in questo caso, allo spettatore, l’attenzione palpabile in sala: un’ora vissuta come dentro a una bolla, introiettando parole e musica (due voci narranti, accompagnamento dal vivo alla tastiera), osservando immagini coinvolgenti e evocative, molte delle quali messe a disposizione dalla famiglia Rigoni Stern, altre da bravissimi fotonaturalisti. E con le pagine di Rigoni Stern grandi protagoniste, capaci di tessere un filo invisibile tra pubblico e interpreti.

Lo spettacolo si è articolato in quattro segmenti, che hanno visto alternare fra loro temi e situazioni. Un format agile, che nella durata complessiva di un’ora ha riservato metà del tempo alla parte “Mario alpino” – a cominciare da quando l’Autore, nemmeno diciassettenne, si iscrisse alla Scuola militare Alpina di Aosta; poi le prime esperienze al fronte, interrotte fra l’altro da un ritorno nella sua Asiago molto speciale, in quanto segnò l’inizio della storia di una vita con la sua Anna. Quindi una corposa immersione nel bestseller autobiografico «Il Sergente nella neve» [Einaudi]: emozionante opera sulla campagna di Russia nella seconda guerra mondiale, che, in special modo, restituisce senza filtri ciò che vissero sulla propria pelle i soldati del contingente alpino italiano in ripiegamento, agli inizi del ’43: alle prese con la fame, con l’esercito russo ovviamente, con le condizioni climatiche estreme, con un equipaggiamento insufficiente e inadeguato.

Negli ulteriori due quarti d’ora, tanti gli assaggi di pagine dedicate da Rigoni Stern a ricordi di gioventù, memorie della sua gente, ma soprattutto incentrate sulla natura, il bosco, la fauna alpina. Un nome-emblema, del resto, quello dello scrittore asiaghese, in fatto di conoscenza e amore per l’ambiente e le sue creature, anche per il ruolo di divulgatore e sensibilizzatoreche egli ha implicitamente rivestito: una importante mission che i suoi libri hanno tutto il potenziale per continuare a svolgere.

La dicono lunga, rispetto a questa ultima considerazione, le pregnanti parole con cui la presidente del Centro culturale San Giacomo (soggetto organizzatore dell’evento in collaborazione con la Sezione Cai di Laives e il gruppo Ana di San Giacomo) ha concluso la sua introduzione: «Mario Rigoni Stern – ha detto – non c’è più fisicamente da dieci anni. Ma rileggere le sue pagine è un modo per tenere vivo quello che ci ha lasciato, e passarlo anche alle prossime generazioni».
Vedere decine di spettatori, a fine serata, uscire dal teatro con, perdipiù, un libro di Rigoni Stern sotto il braccio, è stato il miglior segnale in questa direzione, e la riprova del fatto che le strade della Cultura possono senz’altro diramarsi anche su percorsi alternativi.

Fotoservizio: Stefano Odorizzi