Un requiem per il terremoto, Silvia Colasanti dà voce alle piccole grandi ombre del nostro Paese

 

Il festival Transart conclude magnificamente il proprio percorso fra le multiformi facce del contemporaneo mercoledì 27 settembre, con un’opera in musica e poesia, dedicata al rapporto fra uomo, natura e sacro: un inno alla forza della vita, in ricordo di chi l’ha persa. Presentato in anteprima a luglio al Festival dei due Mondi di Spoleto, apprezzato dalla critica, amato dal pubblico, arriva a Bolzano, negli spazi delle Officine FS, il Requiem per per Soli, Coro e Orchestra, Stringeranno nei pugni una cometa di Silvia Colasanti.

Protagonisti di questa avventura musicale bolzanina saranno l’Orchestra Haydn, diretta da Maxim Pascal, insieme alla voce recitante di Mariangela Gualtieri, al mezzosoprano Monica Bacelli e alla fisarmonica di Massimiliano Pitocco.

Abbandonando ogni sentimentalismo e retorica, Silvia Colasanti, solida e apprezzata compositrice italiana, ha scritto una partitura in cui testi latini della Messa da Requiem dialogano con nuovi testi,

dando vita a una struttura priva di complicazioni intellettualistiche, tradizionale, ma arricchita continuamente di nuove idee. Un ampio lavoro di oltre un’ora con un doppio titolo: dove il “Requiem”, preso dal Proprium della messa funebre, costituisce il testo delle parti musicalmente più complesse, e “Stringeranno nei pugni una cometa”, da una poesia di Dylan Thomas, è ricavato dai testi della poetessa Mariangela Gualtieri, che essa stessa legge, con il sostegno musicale di uno strumento alla volta o anche totalmente sola, avvolta dal silenzio.

La liturgia canonica si confronta dunque con una nuova narrativa, per restituire un’idea della morte e del trascendente non necessariamente lugubre: un intento raggiunto anche grazie al contributo di Mariangela Gualtieri, scelta da Colasanti per la sua capacità di trovare la giusta interazione fra i propri scritti e i testi selezionati dalla liturgia latina (il Requiem aeternam, il Dies Irae – suddiviso in tre parti: Dies Irae, Quid sum miser e Lacrimosa – e il Lux aeterna finale).

L’opera, primo pezzo di musica sacra affrontato dalla compositrice, ha una struttura oratoriale, con dei veri e propri personaggi: il Coro che non dubita, la Dubitante (la Gualtieri stessa che recita i suoi testi), il Cuore ridotto in cenere (Monica Bacelli, la cantante che interpreta l’aria nel Dies Irae), il Respiro della Terra (Massimiliano Pitocco alla fisarmonica).

La cantante e la recitante – qui la poetessa stessa – dialogano con Coro e Orchestra, o disegnano momenti intimi e lirici che si alternano a situazioni corali. All’inizio i caratteri emotivi del Coro e della Dubitante sono contrapposti – austero e monumentale il primo, più disteso ed intimo il secondo. Verso la fine dell’opera la distanza si scioglie e nel finale il suono nostalgico del bandoneon, assieme al coro e all’orchestra, raccontano un desiderio di rinascita comune a tutti i protagonisti della scena: una richiesta di perdono per la piccolezza umana e canto di ringraziamento alla terra e al cielo.

Ai fiati, agli ottoni, alle percussioni e all’arpa e agli archi si associano alcune pietre di fiume suonate all’inizio, buttate o strofinate, mescolate al bisbiglio della preghiera, come elementi teatrali. È una musica che scaturisce direttamente da una partecipazione sincera, profonda, nel rispetto del lutto delle popolazioni colpite dal terremoto e che perciò giunge direttamente a chi ascolta, con una capacità di toccare nell’intimo che la musica contemporanea sembrava aver perso. Un omaggio alla vita che scorre, nonostante tutto.

SILVIA COLASANTI > REQUIEM. STRINGEREMO NEI PUGNI UNA COMETA

Oratorio per soli, coro e orchestra

su testi di Mariangela Gualtieri e testi latini dalla liturgia

Officine FS, ore 20.30

Maxim Pascal > direttore

Orchestra Haydn

Ensemble Vocale > Continuum

Mariangela Gualtieri > voce recitante

Monica Bacelli > mezzosoprano

Massimiliano Pitocco > fisarmonica

In foto: Silvia Colasanti

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