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Sgarbi: coprire il Mussolini a cavallo? Ipocrisia

23 Settembre 2017

Sgarbi: coprire il Mussolini a cavallo? Ipocrisia

Bolzano è una città particolare, dal 1945 in poi vive sul filo del rasoio. Ogni piccola scintilla (etnica) rischia di trasformarsi in incendio. Il fascismo ha modificato la città, l’ha ampliata e ha ovviamente lasciato una serie di “segni di pietra”. Il più contestato per antonomasia è sempre stato il Monumento alla Vittoria. Fonte inesauribile di polemiche ad ogni 4 novembre. Con il museo, da poco inaugurato, la questione, se non risolta, appare più tiepida. La popolazione altoatesina ha sempre avuto atteggiamenti particolari e sorprendenti. Nel 2002, ad esempio, fu un referendum popolare a ripristinare il nome “Vittoria”, sostituito dal più morbido “Pace”. Storia invece diversa per quanto riguarda il famigerato “Duce a cavallo”. Incastonato dopo la fine della guerra ad opera per paradosso d’un artista tedesco. Per anni fu ignorato da tutti, tedeschi e italiani, estremisti e secessionisti. Chi scrive abitava lì a pochi passi, mai segnalate manifestazioni pro o contro. La bolla d’indifferenza fu squarciata dall’accordo Bondi-Svp: altoatesini astenuti riguardo sfiducia al governo Berlusconi, in cambio possibilità di metter mano ai “relitti fascisti”. Nell’elenco anche il Duce e fu subito bagarre, a destra si sentirono traditi, a sinistra ironizzarono fosse stata la destra nazionale a picconare le certezze di quella locale. Nel pasticcio una certezza: il bassorilievo da depotenziare. Si passò dalla rimozione “alla contestualizzazione” artistica, a costi non proprio contenuti. Tra frasi proiettate “Nessuno ha il diritto d’obbedire”, della filosofa tedesca Arendt che qualcuno dice stridere dinanzi ad un tribunale. Popolazione italiana che si sente ferita? Tedeschi con il petto gonfio? In realtà sembra più la solita litania politica. Ma artisticamente “quanto vale” intraprendere queste strade? Raggiunto Sgarbi al telefono a domanda “Cosa ne pensa della coperta al Mussolini con il cavallo?”, la risposta è ironica “mi pare un caso di fianite acuta”. Il riferimento alla “legge Fiano” è d’obbligo per Sbarbi “Un modo d’intendere il mondo in chiave antifascista, ma senza fascisti. Un modo sciocco per evitare d’occuparsi di chi invece le libertà le toglie sul serio, come certi regimi esistenti tutt’ora”. Il riferimento è Kim, il nordcoreano, ovviamente. Per il critico la struttura coprente “rappresenta un insopportabile forma d’ipocrisia” in linea con ciò che Fiano ha proposto a livello nazionale. “Coprire un monumento dopo settant’ anni è inutile, va storicizzato, con un museo, con delle targhe, va compreso. L’arte va compresa, veicolata e non coperta o modificata”. Anche la frase scelta a Sgarbi non torna, pur riconoscendo “il valore della filosofa, non è chiaro il messaggio di fondo, riferito sì ad un regime, ma assai poco utile alla causa”. Insomma, secondo Vittorio Sgarbi sono soldi buttati quelli dedicati all’opera. “Ma andremo sempre peggio?”, chiedo, “Sì temo si vada verso vie peggiori, si voglia imporre per legge una sorta di antifascismo che di fatto non combatte nulla. Dove sarebbe il fascismo? Il fascismo è defunto con Mussolini”, e aggiunge “queste azioni rischiano d’ottenere il risultato opposto, dando spazio a spunti nostalgici che credevamo sopiti”. Sicuramente a Bolzano questa bagarre non ha fatto bene, ha creato solchi, fatto riaffiorare ansie e portato il gruppo italiano a sentirsi messo per l’ennesima volta all’angolo, non perché fascista, ma perché costretto sempre a pagare dazi, (non dimentichiamo la toponomastica o la convezione sull’autonomia) ingoiare accordi al ribasso, scarsamente tutelato dai propri politici, assai meno scaltri di quelli a marchio Svp che invece hanno ben chiari gli obiettivi. Era necessario prendere la pala e scavare in un terreno che andava a rimarginarsi? Probabilmente no.

 

Vicedirettore di Buongiorno Suedtirol e responsabile di BsEvents&Style. Si occupa di marketing e pubblicità per la testata. Giornalista, scrive d’economia, esteri, politica locale e nazionale. Fondatore di BsEvents&Style.