Vittorio Fravezzi, ok al Decreto del Mezzogiorno

La questione di fiducia posta dal governo sul decreto relativo al Mezzogiorno è del tutto motivata ed è stata resa inevitabile dall’iter parlamentare del provvedimento. Due le ragioni fondamentali che condividiamo: le misure di sostegno sono una priorità dell’azione di governo, l’efficacia di tali misure presuppone che il provvedimento non sia stravolto da modifiche parziali prive di un loro orizzonte sistemico e strategico. I dati economici confermano una ripresa nel Mezzogiorno che dal 2015 ha visto un aumento del valore aggiunto nell’industria maggiore nel Sud rispetto alla media nazionale (3,4% contro l’1,3%) e un aumento dell’occupazione. Le misure contenute nel provvedimento, grazie anche alle modifiche che sono state approvate in Commissione, sono a nostro avviso molto significative. Sono misure che potranno rafforzare la crescita, l’occupazione e il rilancio del territorio delle Regioni interessate. Positiva l’iniziativa rivolta principalmente ai giovani (Under 35) «Resto al Sud» che prevede condizioni vantaggiose per avviare un’impresa o per favorire il ricambio generazionale in agricoltura (con una specifica destinazione di 50 milioni di euro del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, Fsc). Un Decreto che valorizza le aree ad uso industriale, artigianale e agricolo (Banca della terra) elemento fondamentale al pari delle misure previste per imprimere una svolta radicale nell’utilizzo dei fondi strutturali europei sulla base di programmi delle Amministrazioni e di progetti con vincoli più stringenti in ordine agli obiettivi da raggiungere. Punto tra i più qualificanti del provvedimento quello dell’istituzione delle Zone Economiche Speciali che presentino un comune denominatore funzionale in grado di evitare una frammentazione inefficace di risorse e interventi. Il testo interviene poi con misure specifiche sul problema degli incendi boschivi dolosi inserendo misure volte a rafforzare gli interventi per il contrasto del fenomeno e impedendo lo sfruttamento successivo dei terreni incendiati. DA non dimenticare le misure dedicate all’ILVA e agli interventi di bonifica, quelle che riguardano il rafforzamento della sicurezza dei centri storici, alle misure ‘premiali’ per i Comuni impegnati nell’accoglienza e nell’integrazione, a tutte quelle previste a favore delle zone colpite dal sisma ecc. E infine non passano in secondo piano gli emendamenti promossi dal Gruppo per le Autonomie che consentono agli enti locali virtuosi di poter utilizzare i ribassi d’asta per il finanziamento delle infrastrutture. Gli enti locali potranno disporre di una maggiore tempistica per poter rideterminare il quadro economico dell’opera al fine di poter utilizzare, nell’ambito della stessa, eventuali ribassi d’asta, prima che dette risorse diventino economie di bilancio, e quindi non siano più utilizzabili per finanziare l’opera stessa. Inoltre la misura che esclude dalla definizione di enti strumentali, i Corpi volontari dei vigili del fuoco, nonché le relative Unioni. Insomma, un pacchetto di misure ben confezionato che ci auguriamo possano favorire la ripresa nel Mezzogiorno. Il Gruppo per le Autonomie MAIE PSI ha votato a favore della fiducia ma ritene che ai fini del successo delle misure sia necessaria una riflessione urgente su come intervenire in modo produttivo al sostegno delle famiglie. In previsione della prossima legge di bilancio è evidente che si debba andare oltre gli interventi già avviati e confermati in questo decreto e che, nei termini possibili in relazione agli obiettivi di finanza pubblica, si affronti ciò che appare il nodo più critico: la riduzione del cuneo fiscale al fine di ricreare sotto il profilo sociale e generazionale le condizioni per un nuovo patto di fiducia.

In Foto: Vittorio Fravezzi

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