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Trento. Un libro, una città, vince “Il nome della rosa”2 min read

4 Luglio 2017 2 min read

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Trento. Un libro, una città, vince “Il nome della rosa”2 min read

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Il romanzo di Eco nel 2018 sarà al centro di una lettura collettiva che coinvolgerà tutta la città. Il tema del senso e della ricerca della verità è straordinariamente attuale in un’epoca in cui proliferano le fake news.   

Il libro da leggere insieme nel 2018 sarà “Il nome della rosa”. Il romanzo di Umberto Eco l’ha spuntata anche sull’ultimo dei suoi rivali, “Le città invisibili” di Italo Calvino, aggiudicandosi la vittoria nel referendum “Un libro, una città”. Dopo circa cinquemila voti, espressi dai lettori trentini sui social e soprattutto nelle urne disseminate in biblioteche, librerie e scuole, dopo la coinvolgente maratona letteraria che ha animato le Feste Vigiliane, finalmente si entra nel vivo e nel cuore di un’iniziativa nata soprattutto con uno scopo: promuovere la lettura, riscoprire i classici, talvolta dimenticati, della letteratura italiana dell’ultimo secolo. L’obiettivo è stato in parte raggiunto, visto che nei mesi scorsi i diciassette libri in corsa per diventare il romanzo da leggere nel 2018 hanno avuto un’impennata di prestiti nelle biblioteche cittadine e di vendite in alcune librerie.

Il prossimo anno però sarà “Il nome della rosa” (pubblicato da Bompiani) a dominare la scena e a coinvolgere i lettori trentini in un’esperienza inedita o comunque poco diffusa in Italia. “Un libro, una città” invita infatti tutti i cittadini a cimentarsi con lo stesso romanzo, a condividerne pagine, citazioni ed emozioni, a interpretarlo, declinarlo in linguaggi diversi. A farlo proprio, ma insieme e contemporaneamente a tutta la città.

Pubblicato nel 1980, vincitore del premio Strega nel 1981, “Il nome della rosa” a dispetto della sua complessità, del lessico colto, delle sofisticate questioni teologiche e filosofiche di cui abbonda, ha venduto 50 milioni di copie ed è stato tradotto in 44 lingue. Il suo successo, che ha stupito lo stesso Eco, è dovuto probabilmente alla coesistenza di più chiavi e piani di lettura: “Il nome della rosa” è infatti un romanzo giallo e insieme un romanzo storico ma anche un romanzo gotico e filosofico-teologico oltre che un contenitore ironico di citazioni dotte. Il filo rosso che unisce questi piani è rappresentato probabilmente dalle continue riflessioni sul senso e sul valore della verità e della sua ricerca, temi straordinariamente attuali in un’epoca in cui si dibatte dell’inarrestabile proliferazione delle cosiddette fake news. Non meno importante nelle pagine di Eco la potenza dissacrante dell’ironia contro tutti i fondamentalismi e le chiusure ideologiche.

“Il nome della rosa” sarà al centro di pubbliche letture, rappresentazioni teatrali e conferenze, entrerà nelle scuole, potrà ispirare canzoni, giochi di ruolo, letture critiche, eventi, menù, adattamenti per i più piccoli, trasmissioni televisive o radiofoniche, quiz. Potrà essere raccontato sui social: per esempio su twitter, 140 caratteri al giorno, o su instagram, con libere interpretazioni fotografiche. Il programma 2018 di “Un libro, una città” sarà comunque aperto, in divenire e accoglierà via via le idee e le proposte di gruppi, associazioni, scuole e singoli cittadini.