I Cons. prov. Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss prendono atto dell’analisi approfondita realizzata da Kolipsi dalla quale risulta tanto chiaro quanto amaro che le conoscenze della lingua tedesca da parte degli/lle studenti italiani/e sono peggiorate proprio come le conoscenze della lingua italiana tra i/le loro coetanei/e tedeschi/e e propongono azioni avvedute e con una chiara visione degli obiettivi.
Secondo i consiglieri è necessario un controllo sistematico della qualità dell’insegnamento, della formazione e dell’aggiornamento del personale insegnante, con conseguenti provvedimenti migliorativi. Alle scuole e agli/lle insegnanti della seconda lingua dovrebbe essere più che mai chiaro che l’insegnamento linguistico è una qualifica basilare dell’Alto Adige e che loro ricoprono una grandissima responsabilità in questo senso. Il sistema CLIL può avere successo solo se viene preparato con attenzione, applicato in maniera metodica e se viene valutato regolarmente e non se viene inserito come convulso intervento estetico. È imprescindibile – come spiegato degli esperti e dalle esperte dell’EURAC – un cambio di atteggiamento da parte di genitori e famiglie: se la conoscenza della seconda lingua viene considerata come mera qualificazione per il mercato del lavoro e il successo professionale è troppo poco. La seconda lingua merita di essere vissuta con gioia, deve essere riconosciuta come valore e deve essere praticata, sottolineano i Verdi, rilevando che da parte dei responsabili politici, soprattutto della maggioranza, questo allarme merita di essere affrontato con delle riflessioni profonde e sostanziali: politica, economia, provveditorati e scuole dovrebbero a breve fare una valutazione comune dell’analisi Kolipsi e sviluppare un catalogo di riforme efficaci con obiettivi e tempi ben definiti. Come campo d’azione molto importante, lo studio nomina le politiche sociali: famiglie socialmente deboli sono le più colpite dalla perdita del plurilinguismo – a queste famiglie bisognerebbe dare un sostegno particolare, ricordano i consiglieri provinciali, puntualizzando che una richiesta storica dei Verdi riprende slancio alla luce dei risultati Kolipsi: l’opzione di una scuola plurilingue, almeno come tentativo e possibilità di scelta dovrebbe finalmente essere presa in seria considerazione. E se è vero che l’incontro, il conoscersi e le occasioni di contatto sono condizioni chiave per bi- e plurilinguisco, allora è ancor più necessario attuare al più presto la mozione verde approvata nel 2014 per la costruzione di edifici scolastici comuni, concludono i consiglieri Foppa, Dello Sbarba e Heiss, sottolineando che l’allarme lanciato dallo studio, per cui dobbiamo ringraziare i ricercatori e le ricercatrici dell’EURAC, è forte e chiaro: in gioco non ci sono solo le competenze linguistiche, ma il futuro dell’autonomia e della convivenza.
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