Roma. Obbligo di vaccinazione per iscrizione ai nidi e alla scuola materna

Dai sei anni in poi la scuola riferirà all’Asl l’eventuale mancata vaccinazione , sanzioni elevati in caso di rifiuto.

Tornano in Italia i vaccini obbligatori in seguito all’allarme per il crollo delle coperture e il conseguente ritorno di malattie che si credevano debellate. Il Consiglio dei Ministri, dopo oltre due ore di dibattito molto acceso per dirimere le divergenze tra le ministre Beatrice Lorenzin (sanità) e Valeria Fedeli (istruzione) ha approvato il decreto proposto dalla titolare della salute, che di fatto impone, o meglio ristabilisce l’obbligatorietà a sottoporre i bambini a 12 tipi di vaccini. Per essere iscritti al nido e alla scuola materna, i bambini da 0 a 6 anni dovranno essere sottoposti obbligatoriamente a 12 vaccini, pena la mancata iscrizione. Dalle elementari e fino a 16 anni, invece, sono previste sanzioni (da 500 euro fino a 7.500) per i genitori dei bimbi non vaccinati, che però potranno frequentare normalmente le aule.

Passa così la proposta avanzata da Fedeli, mentre Lorenzin immaginava il divieto di iscrizione scolastica ai bimbi non vaccinati per tutto l’arco delle scuole dell’obbligo. Nel dettaglio, salgono a 12 i vaccini obbligatori cui i bambini dovranno essere sottoposti. Si tratta dei vaccini contro polio, difterite, tetano, epatite b, pertosse, emofilo b, meningococco b e c, morbillo, rosolia, parotite e varicella. Si stanno mettendo a punto, ha riferito Lorenzin, “tutti gli accorgimenti tecnici per evitare difficoltà burocratiche alle famiglie e dare un percorso stringente a direzioni scolastiche e Asl nell’applicazione della legge”.

Si prevede infatti (dai 6 anni in poi) che la scuola avrà l’obbligo di riferire alla Asl la mancata vaccinazione. La Asl a sua volta chiamerà la famiglia, e le darà qualche giorno per mettersi in regola. “La mancanza di misure appropriate e il diffondersi di teorie antiscientifiche ha provocato un abbassamento dal punto di vista della protezione. Non si tratta di uno stato di emergenza ma di una preoccupazione alla quale il governo intende rispondere”,  ha osservato il presidente del Consiglio. “Attraverso l’estensione dell’obbligatorietà eviteremo che le difficoltà che oggi ci sono si trasformino in vere e proprie emergenze”. In ogni caso Lorenzin ha avvisato: “Qualora vi sia una situazione di allarme, c’è il potere di ordinanza, che certamente non ho timore di esercitare”.

Voglio ringraziare le ministre Lorenzin e Fedeli e la sottosegretaria Boschi che hanno lavorato al decreto, penso che il decreto sia una scelta importante e che qualifica l’attività del governo nel campo della protezione della salute», ha commentato il premier Paolo Gentiloni al termine del Consiglio dei Ministri.

 

Foto, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni

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