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Presidenziali francesi. Macron – Le Pen scontro in TV, rissa da talk show

4 Maggio 2017

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Presidenziali francesi. Macron – Le Pen scontro in TV, rissa da talk show

Marine Le Pen apre le ostilità e Macron accetta la sfida.

“Lei ha la freddezza del banchiere d’affari – esordisce Marine Le Pen – lei è il candidato della mondializzazione selvaggia, dell’insicurezza, della guerra di tutti contro tutti, della devastazione economica, compresa quella dei nostri grandi gruppi (…)”. Rimprovera a Macron di esporre argomenti vergognosi grazie al suo bel sorriso.

Non si fa sorprendere Emmanuel Macron. “Non avevo dubbi, lei, Signora Le Pen, è la candidata della finess francese. Vedremo però se i francesi preferiscono il suo spirito di sconfitta di fronte alla lotta la terrorismo e alla mondializzazione” – controbatte con perfetto tempismo Emmanuel. “Sappiamo, è l’ereditiera di un partito politico, di un sistema che sfrutta la rabbia dei francesi accumulata in tanti anni. Da quarant’anni abbiamo in Francia candidati della famiglia Le Pen alle presidenziali, personaggi che parlano una lingua ben nota in tutto il mondo”.

Sempre tesi e determinati i due sfidanti, non hanno abbassato i toni nemmeno parlando di argomenti politici, arrivando persino a sovrapporre le voci”. Macron è apparso disinvolto sui temi economici e di politica fiscale contestando alla Le Pen di non avere proposte.

I commentatori politici concordano nel ritenere che nessuno dei due candidati (in particolar modo Macron) ha avuto la possibilità di spiegare bene le proprie proposte e il proprio programma: “Un dibattito brutale e disordinato”, lo definisce Le Monde, un “violento combattimento verbale”, scrive il New York Times, “una rissa all’americana”, commenta il Washington Post. Su diversi giornali si parla anche dei due giornalisti moderatori “presi in ostaggio”: incapaci (nel peggiore dei casi) o impossibilitati (nel migliore) a intervenire e dare una direzione alla discussione. In questa confusione non appare chiaro chi dei due candidati abbia “vinto”. Secondo l’istituto Elabe il più convincente è risultato comunque Macron.