Il direttore Asl Schäl: ”il metodo migliore è l’adesione obbligatoria”.
Anche in Trentino-Alto Adige la nuova norma sui vaccini, resi obbligatori dal decreto varato dal Governo per l’iscrizione ad asili nido e scuole materne, dovrà essere applicata. I vaccini obbligatori passano da 4 a 12 e ai genitori che si rifiutano di vaccinare i loro figli saranno applicate sanzioni pecuniarie molto salate, di diverse migliaia di euro.
All’indomani dall’approvazione del decreto legge del governo che rende obbligatoria una serie di vaccinazioni sinora facoltative, l’Ordine dei medici altoatesini, riunito in convegno, plaude all’iniziativa. Secondo il direttore dell’Asl Schael “l’obbligo è la scelta giusta”. Da parte politica plaude il vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini, mentre i Verdi e la destra tedesca sono critici. Sia in Alto Adige che in Trentino non è stata raggiunto il livello di copertura previsto dal ministero della salute pari al 95% per i bambini con meno di due anni per tutti i vaccini. I migliori dati si registrano per la polio e il tetano dove si arriva al 94,1% di copertura nel Trentino e al 87% in Alto Adige. Ma la politica della sensibilizzazione dal prossimo autunno dovrebbe lasciare il passo all’obbligo, per poter iscrivere i figli a scuola.
Intanto in Alto Adige si levano le prime voci contrarie. La Süd-Tiroler Freiheit parla di “norma esagerata” anche per il numero di vaccini contemplati mentre la BürgerUnion parla di norma “fascista“.
“La nuova legge sulle vaccinazioni è sicuramente un passo avanti nel processo della prevenzione medica, ma deve andare di pari passo con l’informazione”- ha detto Michele Comberlato , presidente dell’Ordine. ”Anzi, quello informativo dovrebbe essere uno step precedente rispetto a quello di copertura e somministrazione altrimenti si rischia di alimentare la disinformazione e l’ostilità di pochi che può diventare di molti. Quella del morbillo è ormai un’epidemia, con 2.700 casi nel 2017. Il morbillo può arrecare gravi danni all’organismo di chi, diventato adulto, non ha ancora le difese contro questo virus. La mancata prevenzione in futuro può portare complicazioni non solo all’individuo non vaccinato, ma anche alla comunità in cui vive.”Nel corso del convegno è stato spiegato che il punto di vista delle famiglie che scelgono di non vaccinare i bambini, ritenendo che l’alternativa è far sviluppare loro degli anticorpi tramite il contatto con la natura, è “un ritorno al passato, quando le malattie infettive mietevano vittime senza che ci fosse una minima prevenzione. Il concetto di immunità di gregge in medicina, come nella società sottolinea l’importanza del processo di prevenzione collettiva e andrebbe promosso maggiormente quale responsabilità personale e sociale.”
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