“Bolzano non ha paura” il think tank va in piazza a giugno

“Bolzano non ha paura” il think tank va in piazza a giugno

Un think tank (letteralmente serbatoio di pensiero in inglese) è un organismo, un istituto, una società o un gruppo, tendenzialmente indipendente dalle forze politiche, come indipendente è il think tank sorto virtualmente su Facebook e lanciato dal bolzanino Pasquale Iacobone. L’iniziativa salta fuori il giorno dopo il brutale attentato di Manchester, Pasquale, che ci ha rilasciato una breve intervista, ha deciso di portare avanti una protesta di “pensiero”. Laureato in filosofia, Iacobone spiega con chiarezza che non ha nessuna intenzione di dare all’iniziativa connotazioni politiche soprattutto ci tiene a sottolineare che non si tratta di marcia “contro i migranti”, come qualcuno ha tentato di far passare la proposta. L’iniziativa è apolitica e “filosofica”, ovvero in piazza ci va il “pensiero europeo”, democratico, laico, pluralista, pilastri su cui si fonda la nostra società, ora assai individualista e soprattutto impaurita. In piazza per dimostrare che oltre il terrore si può andare. Iniziativa che arriva dal basso, da un cittadino comune che ha utilizzato i social per veicolare le proprie idee e proposte, in perfetto stile moderno.

Allora, Pasquale, ho saputo che ti fermano per strada e ti riconoscono, ti sembra strano?

In realtà si, non sono da molto sui social e devo ammettere che non credevo fossero un veicolo tanto potente, mi sono stupito. Mi piace sperimentare, creare video, scrivere citazioni. Insomma una bella distrazione oltre il lavoro.

L’iniziativa Io non ho paura? Come è partita?

Per caso. Ho pensato, dopo i tristi fatti di Manchester che qualcosa andava fatto. Nel mio piccolo ho pensato ad una manifestazione per far capire che la paura annienta. Quel che ho proposto io è una sorta di contenitore del pensiero, un punto d’equilibrio, che dovrebbe unirci tutti contro la bestialità di questi attacchi.

Aperta a tutti?

Mi piacerebbe partecipassero anche i musulmani ovviamente, credo che sarebbe un bel segnale. A nessuno credo piaccia il terrorismo.

Combattere il terrorismo con una maglietta bianca ed un pennarello?

Credo si debba partire dal pensiero, dall’unione d’intenti. La maglietta è un simbolo, un punto di partenza per sottrarsi alla paura. L’individualismo della nostra società è disarmante, crea ancora più timori e distanti. Secondo me, noi cittadini dobbiamo tornare ad essere protagonisti della società, metterci qualcosa, il pensiero in questo caso.

Politica distante dalle persone comuni, che iniziano ad organizzarsi?

Io credo che giornali e classe politica siano lontani dal pensiero comune, rappresentano, appunto, quelle paure e quell’individualismo che ci tengono divisi e di conseguenza impauriti. Questa proposta, una goccia nel mare, mira a far riflettere, a martellare la cupola costruita intorno a noi.

Pensiero offuscato dal ‘velo di Maya’? Per rimanere in tema filosofico…

Si in linea di massima, per Schopenhauer un velo che impedisce ai sensi di percepire la realtà, di fatto quella che accade. Noi percepiamo timori che modificano la realtà e quindi rimaniamo immobili. Altri però nel frattempo si muovono, l’Occidente appare bloccato. Hanno tutti paura di parlare, d’ esprimere ciò che realmente pensano.

Ci hanno “insegnato” il senso di colpa a noi europei, intendi questo?

In un certo senso. Io credo che la spinta per cambiare in una società che va oltre destra o sinistra e centro debba partire dal basso.

Ti è capitato un brutto episodio, ti “è stato consigliato” di lasciar perdere…

Vero, ma ho dato uno scarso peso all’episodio, inoltre se rinunciassi verrebbe meno il messaggio…ed io non ho paura, anzi, come vedi, già indosso una maglietta bianca…

Marco P.

Giornalista pubblicista, originario di Bolzano si occupa di economia, esteri, politica locale e nazionale

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Marco P.

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