Turchia. Elezioni, opposte valutazioni sui risultati. Paese spaccato in due.

Per gli osservatori internazionalicampagna iniqua“, “le schede non timbrate non erano da conteggiare”. Per la Commissione elettorale inveceè tutto in regola”.

La riforma superpresidenzialista voluta da Erdogan ha vinto con poco più del 51 per cento e l’affluenza al voto è stata dell’86 per cento su oltre 56 milioni di elettori. I dati mettono in evidenza che il no ha vinto nelle città principali tra cui Istanbul (51,4%), Ankara (51,2%) e Smirne (oltre 70%). Ad Istanbul il “No” ha prevalso anche nel distretto di Uskudar, dove risiede Erdogan. Il risultato che emerge nelle città economicamente e industrialmente più sviluppate (tranne Gaziantep e Kayseri) si contrappone a quello delle province interne e rurali del Paese, indicando una profonda spaccatura tra il contesto urbano e rurale del Paese. Altro dato significativo riguarda il voto all’estero. Il maggior successo a Erdogan si è avuto dai turchi emigrati in Germania, Olanda, Austria e Belgio dove il ‘Sì’ ha superato il 60 per cento, , mentre la riforma è stata bocciata dai turchi residenti in Svizzera. A schierarsi con Erdogan sono state soprattutto le comunità residenti in quei paesi – Olanda, Germania e Austria – contro i quali il presidente ha alzato i toni della polemica negli ultimi mesi.

Severo il giudizio degli osservatori internazionali. E’ il duro verdetto della missione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) nella relazione al referendum  di ieri. Durante la campagna si sono registrate “violazioni che contravvengono agli standard Osce, a quelli europei e agli obblighi internazionali sulla libertà e l’equità del votI. Il referendum costituzionale turco non ha rispettato gli standard democratici, a causa della “mancanza di imparzialità” che ha fatto sì che il “campo di gioco non fosse tutto allo stesso livello”, ha dichiarato Tana de Zulueta, a capo della missione dell’Osce in Turchia. “In generale, il referendum non ha rispettato le norme del Consiglio d’Europa“, ha aggiunto Cezar Florin Preda, leader del team dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.

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