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Messa del crisma

13 Aprile 2017

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Messa del crisma

La messa crismale è in funzione del servizio dei sacerdoti e dei diaconi. In questa funzione, in cui si benedicono anche gli oli santi, tra cui l’olio dei catecumeni, il crisma e l’olio per l’unzione degli infermi, viene espressa l’unità del presbiterio, infatti sacerdoti provenienti da tutta la Diocesi concelebrano insieme al vescovo.

“Nel segno del crisma e degli oli santi celebriamo ciò che dobbiamo essere: cristiani. Persone che appartengono a Gesù, il Cristo”, ha affermato il vescovo Ivo Muser all’inizio della celebrazione, dicendo anche di essere unito in modo particolare al vescovo Karl Golser e agli altri 17 sacerdoti diocesani e religiosi, “che dall’ultimo Giovedì Santo sono passati ad altra vita”.

Nella sua omelia mons. Muser ha parlato di un atteggiamento che si insinua anche nel servizio sacerdotale: la rassegnazione. In primo luogo il presule ha spiegato che cosa significa correntemente la parola rassegnazione: profondo avvilimento, delusione, un rassegnarsi ad una situazione apparentemente non modificabile. Se si parte dal significato etimologico di “rassegnazione”, “rassegnare”, il termine ci indica molto di più: dal latino resignare, riconsegnare. “Siamo stati segnati e abbiamo ricevuto un sigillo: il sigillo della fede”, ha affermato il vescovo, ammonendo che parlare di rassegnazione nella Chiesa non è innocuo, ma rischioso perché “esiste una rassegnazione che non ha più fiducia nella forza di Dio. Esiste una rassegnazione che è una vera tentazione della fede.”

Il vescovo ha citato poi, in modo molto realistico, un altro concetto, vale a dire la “fragilità”, ponendosi la domanda su come proseguirà la Chiesa, nelle comunità parrocchiali senza sacerdoti, con la fede nelle nostre case e nelle nostre famiglie, in un’Europa stanca che spesso si vergogna delle sue radici cristiane. “Le strutture ecclesiastiche sono diventate fragili, spesso le tradizioni non sostengono più”, ha affermato mons. Muser e ha proseguito ricordando che in tutta questa fragilità siamo portatori di un tesoro, DEL tesoro, Gesù Cristo. Il presule poi si è rivolto ai numerosi sacerdoti e diaconi dicendo: “Con il sacerdozio Gesù Cristo ci ha assegnato il nostro posto: non è il posto riservato a chi vuole essere potente, ma il posto del servo. Questo posto ci viene mostrato la sera dell’odierno Giovedì Santo con la lavanda dei piedi. Soltanto con questo atteggiamento possiamo adempiere il nostro incarico.” Mons. Muser ha poi fatto il punto della situazione dicendo: “Non cediamo alla rassegnazione che paralizza, che reprime e che può essere espressione di mancanza di fede, ma scopriamo i talenti che Dio ci ha donato! ‘Sulla Tua Parola… con gioia e speranza’ – il motto del nostro Sinodo diocesano è ancora attuale!”