Bolzano. Verdi, Sanità riforma malriuscita, tuttavia qualche proposta è stata accolta.

Sanità, una riforma malriuscita. Non è la “grande riforma” che era stata promessa. L’auspicato coordinamento sanità-territorio non è affrontato” esordiscono in un documento i membri del Gruppo Verde del Consiglio provinciale Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa e Hans Heiss. Debole compromesso, giudicano il risultato dopo oltre due anni di braccio di ferro. “Un direttore generale onnipotente prende le decisioni e fa tutte le nomine”. A contrastare il suo potere sono i direttori di comprensorio, con un semplice diritto di “parere. Il risultato viene definito confuso e contraddittorio, di “reciproci impedimenti”, più che di cooperazione. “

Seguono le proposte dei consiglieri verdi. Ricordano che in commissione non c’è stato solo ostruzionismo, ma anche un intenso confronto con l’assessora Martha Stocker sulle loro proposte che ha dato con qualche buon risultato.

Al PRIMO PUNTO i Verdi propongono che vengano “obbligatoriamente elaborati piani di settore che contengano soluzioni sui temi più urgenti per la salute delle cittadine e dei cittadini”, come le emergenze, le urgenze e il pronto soccorso. Vanno poi contenuti i tempi di attesa per le prestazioni specialistiche.

Le malattie croniche, l’ambito materno-infantile, la salute delle donne, con tutte le specificità messe in luce dalla ricerca più moderna e la riabilitazione fisica fanno parte di questo primo piano di programmazione.

Al SECONDO PUNTO viene posta l’assistenza socio-sanitaria sul territorio. “A questo provvede un emendamento che riscrive completamente l’art. 24,– se legge nel documento – precisando esattamente che cosa si intende per assistenza sul territorio e i servizi chiamati a garantirla, coordinandosi. L’emendamento porta la firma congiunta nostra e dell’assessora Stocker: una novità assolta, che dimostra che sui temi concreti la collaborazione maggioranza-opposizione è possibile.”

Il TERZO PUNTO suggerisce di semplificare e rendere coerente la struttura gerarchica, organizzando l’Azienda Sanitaria secondo tre colonne corrispondenti alle diverse competenze funzionali. Quindi va “garantita l’autonomia e la responsabilità dei tre settori di competenza: sanitario, assistenziale e amministrativo. Il direttore generale avrà il potere di nominare solo il direttore o la direttrice di ciascuno di questi settori, ma poi saranno queste persone a guidare il proprio settore e decidere sulle relative nomine.

Proponiamo di “riabilitare” la figura del direttore/direttrice sanitaria, trasformando Il ”Collegio per il governo clinico” in una struttura consultiva al suo servizio.

Proponiamo che direttori e direttrici comprensoriali abbiano il compito principale di coordinare sanità e territorio”.

Al QUATRO PUNTO si parla degli ospedali minori suggerendo una clausola di garanzia”che garantisca la pari dignità e la co-decisione tra le due sedi di uno stesso ospedale.”

Il QUINTO PUNTO ricorda che la legge” parla di proporzionale etnica, ma dimentica che in un’azienda dove sono presenti tantissime donne, a dirigere sono quasi esclusivamente uomini. Per questo” – conclude la presa di posizione – proponiamo un emendamento per applicare anche in sanità le norme sull’ “equilibrio tra i generi” previsto dalla legge provinciale n. 5 del 2010.”

In foto: Heiss, Dello Sbarba e Foppa    

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