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Trento. Da micro banchieri a grandi banchieri: un nuovo volume del Museo storico.

6 Febbraio 2017

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Trento. Da micro banchieri a grandi banchieri: un nuovo volume del Museo storico.

Le Casse rurali da ieri al nuovo millennio nel libro di Alberto Ianes, recentemente pubblicato dalla Fondazione Museo storico del Trentino.

Il libro è di stretta attualità e si inserisce nel dibattito sulla nuova Cassa Centrale Banca, di prossima istituzione. “Microbanchieri: Casse rurali ed evoluzione gestionale dalla metà del Novecento al nuovo Millennio, testimonianze”, di Alberto Ianes, edito dalla Fondazione Museo storico del Trentino, percorre il passato per proiettarsi nel futuro. Con interviste ai protagonisti del mondo creditizio: da Luigi Gino Bazzanella, Ottone Zambotti, Romedio Cappelletti a Giorgio Fracalossi.

Oltre alle interviste, alcuni capitoli tratteggiano l’evoluzione del credito in Trentino:  le casse rurali del Trentino: direttrici e problemi nel secondo Novecento; direttrici e problemi nel secondo Novecento; generazioni di banchieri a confronto; il contributo alle fusioni; a margine di una riforma (ancora in corso).

Il volume introduce una ricerca inedita sul mondo cooperativistico, come è stato gestito e il management. Vale a dire: il capitale umano.

La storia

L’introduzione di Ianes ci porta, innanzitutto, alla nascita della cooperazione. «L’obiettivo principale della cooperativa era quello di finanziare il mondo rurale e di calmierare i prezzi al dettaglio dei generi alimentari, tanto nelle campagne quanto nelle città. Un ulteriore fine era quello di accrescere il potere contrattuale dei contadini, impegnati a vendere sul mercato i propri prodotti, e di offrire un lavoro al bracciantato agrario, il più povero e il più colpito dalla grande depressione economica degli anni settanta e ottanta dell’Ottocento. Nasceva, in questo modo, un’organizzazione che stava dalla parte dei più deboli e che era legata a diversi mondi culturali e politici».

Le testimonianze

Lo spaccato che emerge è quello di quattro uomini di età diverse, con temperamenti e carismi differenti, ma con la caratteristica comune di aver guidato e guidare ai massimi livelli una banca cooperativa.

L’evoluzione delle Casse rurali

“Leggendo le testimonianze in sequenza – scrive l’autore – vi è un aspetto che emerge su tutto: la crescita esponenziale conosciuta da questi istituti nel giro di qualche anno. La ‹taglia› dell’impresa che è aumentata in modo sensibile. Se a Villazzano, annota Bazzanella, c’era un unico amministratore contabile, «a seguito della fusione, gli impiegati erano diventati duecento». «Quando sono diventato presidente, nel 2001, – ricorda Romedio Cappelletti – i soci erano circa 950, le masse amministrate intorno ai 145-146 milioni. Quando ho firmato l’ultimo atto della fusione, nel 2009, i soci erano 1.180-1.190 e le masse amministrate sui 244-245 milioni». «L’approdo a Trento della Cassa rurale di Povo – appunta invece Fracalossi – è avvenuto nel 1985», aggiungendo che l’arrivo in città «ha in parte modificato la filosofia della cassa che, da piccola cassa paesana, ha acquisito nuovi clienti, stabilendo con essi un rapporto diverso».

Forse, però, l’atto più significativo compiuto dai nostri testimoni è stato quello di accompagnare le loro casse nel processo di fusione: un percorso analogo a quello di altre rurali, se delle 139 realtà presenti in provincia nel 1966 ne sono rimaste appena 41 nel 2015, in un quadro che oggi si sta ulteriormente semplificando. Di fronte all’eventualità di un’unica rurale del Trentino, i testimoni lasciano trapelare la condivisa riluttanza a mettere in discussione, nell’immediato futuro, il modello esistente; d’altra parte, sono tutti d’accordo nel considerare attuale e fondamentale il tema delle fusioni, non certo come scelta imposta dall’alto, ma come decisione concertata dal basso”.

Dal passato al presente, dal presente al futuro

«In questi anni – constata Giorgio Fracalossi – c’è stata una forte concentrazione, dovuta a necessità organizzative e manageriali, nonché alla necessità di unire le forze». “L’indicazione di massima – scrive Ianes – sembra quella di ridurre il numero di casse e di arrivare a strutture di maggiori dimensioni, in termini di addetti, soci e massa amministrata. In questo modo, le casse rurali tendono a essere sempre meno numerose, ma sempre più grandi, grazie a fusioni e accorpamenti: istituti vicini si uniscono e da due o tre unità ne scaturisce una soltanto, diradando la frammentazione. Da sempre, il tema della concentrazione provoca opinioni favorevoli e contrarie. Da un lato, c’è chi nelle grandi dimensioni intravede la possibilità di conferire alla cassa maggiore razionalità e competitività. Sul fronte opposto, invece, troviamo coloro che imputano alle fusioni la responsabilità di allentare i rapporti tra rurale e soci, i quali rischiano di percepire la loro organizzazione come sempre più distante. A preoccupare più di tutto le casse del Trentino e le banche di credito cooperativo (BCC) nazionali, è la legge di riforma del settore, ancora da definirsi nei contorni e nei confini, ma che sin da ora rappresenta uno di quei tornanti della storia di un’organizzazione oltre i quali vi è un’unica certezza: nulla sarà più come prima. Le ragioni che hanno portato a riformare l’intelaiatura del credito cooperativo stanno nella necessità di rafforzare il patrimonio e la redditività delle BCC italiane, per competere su un mercato sempre più concorrenziale”.

Dal Trentino all’Italia, dall’Italia all’Europa

“Rimane aperto il tema, annoso, della difficoltà di far passare in sede europea, ma anche a livello nazionale, l’idea della biodiversità cooperativa, non solo nel campo del credito, ma più in generale nei molteplici segmenti in cui opera l’impresa gestita su base democratica”, conclude l’autore del libro.

Un libro, dunque, dentro l’attualità raccontando la storia.

L’autore

Alberto Ianes è ricercatore della Fondazione Museo storico del Trentino e responsabile del Centro sulla Storia dell’economia cooperativa (CeSC). Ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia d’impresa, sistemi d’impresa e finanza aziendale presso l’Università statale di Milano. Nel 2014 ha ottenuto l’abilitazione scientifica nazionale al ruolo di docente universitario come Professore associato di storia economica. Si è occupato di nascita ed evoluzione delle imprese cooperative e delle organizzazioni non profit in Italia, di storia economica e sociale nell’area alpina, soprattutto nel XX secolo.

Il libro è in vendita, al prezzo di 11 euro, presso le edicole e librerie convenzionate della provincia di Trento, presso la Fondazione Museo storico a Trento, e presso il bookshop a Le Gallerie di Piedicastello (Trento). Il volume è inoltre disponibile per l’acquisto online sul sito www.museostorico.it