INFLUENCER, SOCIAL E MEDIA

Gli influencer sono talmente importanti da poter ormai parlare di “Influencer Marketing, ma le domande che sorgono spontanee sono: Chi sono? Cosa fanno? Perché e come lo fanno?

Partiamo dal cosa. Un influencer è un utente con migliaia di seguaci sparsi sui vari social network, può essere Facebook, avere un sito od una pagina, ma in genere ha quasi sempre un blog sul quale scrive gli articoli che poi condivide. Non necessariamente è un giornalista, ma molti lo sono. Ogni volta che condivide un post, una foto o un video, riesce a ricevere moltissime visualizzazioni grazie alla fiducia dei suoi fan, attratti dal “brand” che si è creato. Può puntare su molti fattori, anzi l’esser versatile forse è fondamentale. Vacchi ad esempio ha puntato sul proprio aspetto fisico ed alla presenza ad eventi mondani. Vacchi rappresenta l’autobrand, ovvero è il veicolo della propria persona. Vende la propria immagine ad un pubblico che di fatto cerca prodotti che lui indossa od utilizza, il tutto artificiale, costruito. Generalmente però gli Influncer sono giornalisti o esperti di settore che possono dare enorme visibilità a qualsiasi post, sito, prodotto o servizio, determinandone anche il successo o un fallimento. Ma c’è altra categoria che pur non avendo alcuna competenza specifica, può rivelarsi incredibilmente utile per promuovere il proprio business, e cioè i VIP, e qui Vacchi ha è andato oltre, da non vip a vip tramite i social. Un vip social. La questione può far sorridere, ma in politica può portare voti. Personaggi simili potrebbero schierarsi in campagna elettorale e trascinare con qualche post gli elettori indecisi o coloro che mai votano. Negli Stati Uniti Trump ha utilizzato molti personaggi sconosciuti ai più ma popolarissimi sui social. Poniamo si abbiano 1200 amici in Facebook. Secondo un mio calcolo un post creato con i crismi corretti (hastag, foto di un certo tipo e contenuto di successo) porta a 40 like fissi (i fan affezionati, gli amici o la cerchia di conoscenti9 , circa 60 commenti e almeno 675 visualizzazioni silenziose (chi legge ma non interagisce), circa 12-20 condivisioni. Il pubblico stimato per un post del genere è in media sui 1700 utenti, che stanno in media sul post dai 5-6 secondi. Questo genere di comunicazione moltiplicata per fascia di pubblico (interessi comuni, luoghi etc.) può far leggere notizie a circa 6700 unici a settimana. Bastano tre post con caratteristiche descritte prima al giorno e aree d’argomento suddivise in almeno 18 temi diversi. Questo vale per una persona non famosa, con 1000 amici circa e 20 minuti “scientifici” da dedicare alla rete. Un mini influencer, a livello di cerchia d’amici o piccolo comune. Ma se si è già famosi? Ancora più semplice. Personaggi dello spettacolo infatti, come attori, attrici, speaker e presentatori, hanno un enorme numero di persone che legge qualsiasi cosa scrivano sui social network, come per esempio accade per trasmissioni. Se vai a visitare la loro pagina Facebook, Instagram o Twitter vedrai come ricevano commenti, like e condivisioni per qualsiasi cosa.  Le aziende hanno capito il meccanismo. Coinvolgere gli influencers significa avere una pubblicità enorme ad un costo bassissimo, soprattutto se restiamo in un target specifico. Gli influencers hanno un rapporto reale con i propri seguaci che seguono i consigli dei propri beniamini e sono molto interessati a quello che condividono sui proprio social. Il buon vecchio metodo del passa-parola non è mai finito, si è solo evoluto nel “Click to Click”. Adesso infatti quando un argomento va di moda, ne parlano tutti sui social network, a volte prima che sui media tradizionali. Inoltre a questo si aggiunge la possibilità interagire, aumentando il diffondersi di una notizia. Facciamo un esempio. Quando devi fare un viaggio in un altro paese, chiami i tuoi amici per avere consigli sul posto che visiterai, li chiami perché ti fidi. L’influencer per l’utente medio diventa proprio questo, una persona di fiducia, perché col tempo ha saputo guadagnarsi il rispetto dei suoi followers. Una rivoluzione rispetto a dieci anni addietro. In realtà l’interazione è solo amplificata, prima si alzava il telefono ora si apre il sociale e poi si condivide. Qui sotto trovate una tabella approssimativa calcolata sulla misurazione d’influenza degli utenti Facebook calcolata per numero d’amici ed interazioni. Ovviamente l’influencer sfrutta tutti o quasi i social a disposizione. L’algoritmo di Facebook ha delle caratteristiche precise e segrete ma qualche calcolo si può fare per capire la propria popolarità ed influenza, vediamo qualche esempio:

Amici Post Giornalieri Condivisioni Like Visualizzazioni silenziose Commenti

(che aumentano la popolarità su Fb)

Grado d’influenza

Settimanale

Pubblico Stimato

1000 3-6 20 42 675 60 6000
1800 5 40 80 1400 100 10000
2500 4 87 150 2700 200 13000
3000 4 175 290 3678 256 15000
3500 3 243 500 5000 400 17000
4000 4 400 750 6790 680 20000
Pagina

5000

5 345 479 9000 900 34000

Nella tabella empirica sono escluse le campagne a pagamento e sono stati testati utenti con partecipazione attiva nel social. Chi possiede 4000 amici e non interagisce non diventa popolare. Ovviamente la popolarità è un rischio, può creare dipendenza da social, motivo per cui bisogna distinguere il lavoro dal semplice svago. Aziende, partiti e personaggi famosi postano il tutto con grande scientificità e soprattutto mai a caso. Tutto è studiato anche le polemiche, l’algoritmo, la pubblicità, dei social ringraziano.

Marco P.

Giornalista pubblicista, originario di Bolzano si occupa di economia, esteri, politica locale e nazionale

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Marco P.

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