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Bolzano. Meningite, il bimbo era vaccinato contro la meningite di tipo C2 min read

15 Gennaio 2017 2 min read

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Bolzano. Meningite, il bimbo era vaccinato contro la meningite di tipo C2 min read

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Non si sa però se dei vari batteri che provocano l’infezione il piccolo sia stato colpito proprio dal vaccino del ceppo C.

Il piccolo paziente bolzanino ricoverato per meningite giovedì notte all’ospedale San Bortolo di Vicenza risponde positivamente alle cure. “Siamo fiduciosi che domenica o lunedì potremmo tentare di trasferirlo a Bolzano – dice la primaria di Pediatria di Bolzano Lydia Pescollderung. “Nel frattempo gli esiti delle analisi fanno intuire che si tratta di meningite da meningococco, benché ancora non sappiamo di quale sierotipo di tratti”, precisa Pescollderung. “Nella fase acuta il piccolo dava segni di possibile complicanza da meningococco – conferma il primario di Pediatria dell’ospedale di Vicenza –  e poiché in questi casi la tempestività è decisiva, si è resa necessaria l’osservazione in terapia intensiva. A seguito del suo miglioramento è stato spostato in Reparto, dove rimarrà fino al suo trasferimento a Bolzano.”

Sempre da Bolzano si apprende che il piccolo era stato vaccinato contro la meningite C, per la quale quasi tutti i bambini sono vaccinati, e solo quando arriveranno le risposte delle analisi dei campioni prelevati a Bolzano e inviati al Ministero della Salute per effettuare la tipizzazione sarà chiaro se il bambino ha contratto la meningite di tipo C o se si tratti invece del meningococco di tipo B. In questo caso il vaccino in Alto Adige è appena arrivato – 100 dosi – e quasi nessun bimbo è coperto. Tuttavia nel caso sfortunato che la persona contragga la malattia, il decorso risulta meno pesante.

Era stato ricoverato a Bolzano giovedì scorso per febbre persistente nonostante gli antipiretici, rifiutava il cibo, e si lamentava. I sanitari lo hanno sottoposto a ripetuti esami e quindi sottoposto ad una terapia antibiotica mirata. ”Abbiamo capito subito che c’era qualcosa di anomalo perché il paziente non rispondeva – racconta Lydia Pescollderung – e dopo aver parlato con gli anestesisti lo abbiamo trasferito a Vicenza, dove esiste un reparto di terapia intensiva pediatrica previsto quando il bacino di utenza è di un milione di abitanti.” Non perché il piccolo fosse particolarmente grave, precisa la primaria Lydia Pescollderung, ma in via precauzionale, perché questa malattia può peggiorare improvvisamente.