Bolzano. Re Laurino resta dov’è, uno a zero per i Freiheitlichen

Continua a Bolzano la guerra dei simboli.

Il monumento a re Laurino e Teodorico resta dov’è, in piazza Magnago, dove si trova dal 1994. Era stato accordato, in un colloquio tra il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi e il presidente della Provincia Arno Kompatscher di spostarlo nel sito meno prestigioso del parco della stazione e la giunta aveva approvato. Addio “depotenziamento” nell’ambito della cosiddetta strategia della riconciliazione volta a chiudere l’infinita guerra dei simboli, strumentalizzati ora in chiave nazionalistica dell’una o dell’altra parte.

Venerdì scorso in consiglio provinciale nell’ultima giornata di discussione del bilancio 2017, i Freiheitlichen, con altri dell’opposizione, hanno salvato la maggioranza, votando a favore della nuova trattazione della legge collegata alla stabilità, su cui la giunta era andata sotto il giorno prima. La giunta apprezza il gesto di responsabilità e fa propri tutti i quindici ordini del giorno e, senza discussione in aula, li approva. Tra questi, c’è l’ordine del giorno firmato da Pius Leitner (Freiheitlichen), che ricorda il progetto di trasferimento della statua di re Laurino motivando la richiesta di non trasferire il monumento per ragioni di costo e “per il suo significato storico”.Il documento approvato sollecita la giunta “a non intraprendere passi di alcun genere per il trasferimento della statua di Re Laurino e a garantire che rimanga in piazza Sivius Magnago.”

Sotto il profilo storico va detto innanzi tutto che la statua, realizzata nel 1907, rappresenta il re dei Ostrogoti Teodorico che schiaccia la testa a Laurino, il mitico re nano che aveva uno stupendo roseto, il Rosengarten, nelle Dolomiti. Vandalizzata da squadre fasciste, durante il ventennio il monumento è assurto a simbolo delle genti italiche soccombenti sotto la forza germanica. La statua fu spostata sulle passeggiate del Talvera, poi ricoverata nel Museo Civico, poi al Museo della Guerra di Rovereto per tornare nel 1994 di nuovo a Bolzano, davanti a Palazzo Widmann.

Infine la cronaca di questi giorni con il progetto Kompatscher di rivisitazione di Piazza Magnago e l’entrata in gioco dei Freiheitlichen. Insorge Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore)che commenta: “Una sberla in faccia alla convivenza e a tutti i bolzanini ai quali improvvidamente era stato annunciato un gesto di riconciliazione tardivo, ma importante da parte della Provincia, perché della stessa portata, per valore simbolico, di quelli messi in atto fra piazza della Vittoria e piazza Tribunale. Macché, – conclude Urzì – il consiglio provinciale su richiesta di Kompatscher (con il silenzio del Pd) fregandosene di tutto ha approvato l’ordine del giorno di Leitner”.

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