Bolzano. Toponomastica, legge provinciale entro l’autunno

Corsa contro il tempo per evitare la bocciatura della legge davanti alla Corte Costituzionale

In autunno la Südtiroler Volkspartei è intenzionata a chiudere la discussione sulla toponomastica. Questo aveva annunciato il capogruppo in consiglio provinciale Dieter Steger al termine della clausura della SVP di fine agosto. Dopo aver condiviso il testo con la coalizione, il disegno di legge, sempre secondo le dichiarazioni di Steger, approderà in Aula per la discussione. In mezzo c’è però la sentenza della Corte costituzionale, prevista per il 4 ottobre, sulla norma varata nel settembre 2012 che il 16 novembre dello stesso anno fu impugnata dal consiglio dei ministri guidato dall’allora primo ministro Mario Monti.

  • Per evitare un secondo contenzioso, la commissione dei Sei sta preparando una norma di attuazione ad hoc sulla scorta dei risultati dello studio di una commissione paritetica di esperti nominata dal consiglio provinciale. La commissione sarà composta da 2 esperti del gruppo italiano, 2 del gruppo tedesco e 2 del gruppo ladino. Le decisioni dovranno essere assunte con la maggioranza del gruppo tedesco e italiano, mentre i ladini non voteranno perché per loro è prevista ancora un’ altra commissione che si occuperà delle valli ladine. Quindi serviranno tre voti su quattro. La commissione dovrà operare secondo “criteri oggettivi”, per la scelta di versione bilingue o solo tedesca delle località. I “criteri oggettivi” saranno fissati dalla commissione stessa. La norma di attuazione allegherà poi l’elenco dei 1527 toponimi già decisi con l’accordo Durnwalder-Fitto e poi Durnwalder-Delrio, che avevano alla base il principio dell’uso storico. La commissione interverrà su tutto il resto della toponomastica. Quindi la legge recepirà la norma e l’ultima parola per approvare o bocciare l’elenco dei nomi spetterà al consiglio provinciale
  • Sintetizzando all’osso, tre sostanzialmente i cardini della legge spinta dalla SVP. I nomi dei centri maggiori, Bolzano, Merano, Bressanone rimarrebbero bilingui. Sarebbe ammessa la traduzione dei termini generici, quindi “maso” sarebbe ammesso accanto a Hof, “sentiero” accanto a Weg, ovviamente “via” accanto a Straße, “cima” per Spitze, ecc. Verrebbero invece cancellati i toponimi fascisti e presunti tali. È interessante notare che molti di questi risalgono a ben prima dell’avvento del regime fascista. Infatti i primi 5.000 toponimi bilingui degli attuali e importanti 8.000 in vigore risalgono addirittura a prima del 1916, quando Mussolini era di là da venire. Si tratta di toponimi che, comunque, l’uso legale e popolare di decenni ha tolto, o in ogni caso snaturato la connotazione ideologica di quei nomi.
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