Daniele Moretti, “gli ambienti culturali e politici sono un terreno fertile per i filosofi”

Di Claudio Calabrese

Daniele Moretti, giovane brillante bolzanino si laurea in filosofia a Pisa con una tesi di argomento dal titolo: “Libertà e responsabilità nel pensiero contemporaneo. Neuroetica ed etica della relazione”. Abbiamo intervistato il dott. Moretti per conoscere le ragioni che spingono un giovane a studiare filosofia.

Dott. Moretti, Lei si è laureato recentemente in filosofia con una tesi alquanto interessante: “Libertà e responsabilità nel pensiero contemporaneo. Neuroetica ed etica della relazione”. Ci parli della Sua tesi. Perché ha scelto questo argomento?

I concetti di “libertà” e di “responsabilità” sono intrinsecamente complessi, articolati, ambigui, confusi e di estremamente difficile trattazione. Tuttavia l’indagine filosofica non può e non deve perderne completamente di vista l’origine, il suo spirito riflessivo e l’intrinseco valore sedimentato nelle nostre vite e nelle nostre pratiche. La libertà e la responsabilità ci interessano perché appaiono fortemente connesse a tanti aspetti rilevanti del nostro essere, come le ascrizioni di razionalità, le pratiche punitive e i giudizi morali.

L’intento di questo mio lavoro è quello di fornire un valido quadro concettuale di riferimento in merito ai concetti di “libertà” e di “responsabilità”; inoltre ho deciso di implementare due riflessioni al fine di avvalorare il lavoro di una componente interdisciplinare e transfilosofica: la prima ha carattere neuroscientifico – in particolar modo ho evidenziato i contributi offerti dalla neuroetica –, la seconda mira allo sviluppo di un modello di etica della relazione che sia compatibile in un mondo deterministico.

Tutti i più grandi filosofi si sono occupati del concetto di “libertà”; purtroppo nonostante ogni possibile progresso in merito alla discussione, la risoluzione del problema dell’esistenza della libertà e della conseguente responsabilità viene considerata fuori dalla portata del sapere umano. Ecco perché in esergo al mio lavoro cito Voltaire (Metaphysique de newton): «Alle obiezioni contro la libertà possiamo rispondere soltanto con un’eloquenza generica. È un triste tema su cui il più saggio paventa perfino di osare di riflettere».

Molti pensano che una laurea magistrale in filosofia non sia proprio una scelta vincente per trovare lavoro. Lei è ancora convinto di aver fatto la scelta giusta?

Certamente. Lo studio di discipline filosofiche garantisce una elasticità mentale invidiabile.

Oggi la parola d’ordine della modernità, che assurge a modello per la nostra società, è “Scientia est potentia”; ma questo vuol dire che la filosofia – e i laureati in filosofia – hanno il compito di sviluppare modelli etici in base ai quali regolare la condotta della ricerca scientifica.

Sfatando i luoghi comuni, oggi più che mai i filosofi sono fondamentali per la nostra società: sono in grado di collaborare in ambito economico elaborando i contratti etici, lavorano nei settori del marketing, offrono consulenze in campo medico, giuridico e politico e sono presenti negli ambienti sportivi come figura di mental coach. Non bisogna dimenticarsi, poi, degli ambiti dell’insegnamento, del giornalismo e della ricerca. Inoltre grazie al lavoro dei laureati in filosofia emergono nuove figure professionali come quella del consulente filosofico.

Gli applicativi per la filosofia sono molti, il problema è riuscire a scardinare lo stereotipo del filosofo come persona estranea alla realtà che lo circonda.

Cosa consiglierebbe quindi alle tante matricole che iniziano a studiare filosofia?

Portate avanti con coraggio i vostri studi e i vostri sogni. Siate integrati nella realtà e non vedete la filosofia come mera speculazione accademica.

È un percorso complesso e spesso gli altri faranno fatica a comprendere le vostre scelte ma non per questo dovete scoraggiarvi e preferire traguardi più facilmente raggiungibili. Ricordate di studiare a fondo coloro che vengono considerati i Maestri della filosofia, ma sviluppate interessi interdisciplinari. La filosofia deve collaborare in modo proficuo con le altre discipline e questo oggi è possibile.

C’è chi afferma che la filosofia sia un’attività da salotto senza alcun riferimento con la vita pratica. Cosa dovrebbero fare i filosofi per rendere la filosofia più vicina alla vita quotidiana?

Da sempre la filosofia si occupa dei problemi dell’uomo, tuttavia ultimamente sembra si sia rifugiata nella sua torre d’avorio. Filosofi e studiosi dovrebbero uscire maggiormente dagli ambienti accademici, farsi conoscere e far conoscere alla vita quotidiana la filosofia.

Essa ci aiuta ad essere più saggi. Aristotelicamente parlando la saggezza è una delle virtù che ci permette di raggiungere la via per la sapienza e questa conduce alla felicità. Questo è uno dei tanti motivi per cui spesso si sente dire che la filosofia aiuta a vivere bene.

Lei è anche attivo in ambito culturale e politico, ha candidato per il Consiglio Comunale di Bolzano. Secondo Lei nei partiti politici c’è spazio per la filosofia?

Gli ambienti culturali e politici sono un terreno fertile per i filosofi. Sono un componente del direttivo della Società Dante Alighieri, e per la Società Italia Nostra sono uno dei due referenti del settore educazione per l’Alto Adige; inoltre come Lei ricorda ho candidato alle ultime elezioni comunali nella lista del PD.

La filosofia fornisce gli strumenti per comprendere gli avvenimenti storico-culturali e sociali, garantisce un senso di responsabilità, una visione per il futuro e capacità relazionali e comunicative; difficile che qualche partito politico voglia privarsi di ciò.

Ricordiamoci che i filosofi si sono sempre occupati di politica; ed è proprio la filosofia politica – e io sono stato allievo del Prof. Michele Nicoletti – lo studio dei concetti, dei fondamenti e dei modelli dell’attività politica. Essa può occuparsi della costruzione di teorie normative per la società, della riflessione sui significati dell’agire politico, o del rapporto tra politica e altri ambiti della vita.

Se non vi è filosofia nei partiti politici la discussione e le proposte cadono in banali argomenti demagogici.

Claudio Calabrese

Giornalista pubblicista, scrittore.

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