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Chi porta la palla?

11 Aprile 2016

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Chi porta la palla?

Chi porta la palla?

“Chi porta la palla ? “, la frase più ricorrente nei cortili ( già a scuola il calcio è sempre stato bandito…), specialmente negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso. Nasce cosi, in cortile, dalla passione pura per la sfera di cuoio gestita dalla divinità Eupalla, invenzione geniale di un certo Gianni Brera, il progetto sportivo Kicker5. Il “presi” Luca Favero calca i campi bolzanini da giocatore/manager alla Vialli (ricordate al Chelsea?) da più di vent’anni. La partenza? La solita. Tornei parrocchiali, Azione Cattolica in primi e campionati organizzati ad  hoc. Tanta buona volontà, sudore e divertimento. Tante vittorie e pomeriggi di corsa. Nel 2005 però il progetto si fa serio, Luca decide d’iscrivere la squadra al campionato di calcio a 5 provinciale, il nome è storico “ Nuova Oltrisarco”, ben noto nel calcio a 11. Il motivo è semplice, agganciarsi ad una società già esistente per agevolare le pratiche burocratiche. Dopo due anni di laboratorio nascono i Kicker5 Bolzano, società giovane, ragazzi indipendenti nelle scelte, dai giocatori, alla preparazione atletica passando per colori e loghi. Sono passati quasi dieci anni e l’entusiasmo è sempre quello dell’inizio. Chiunque abbia giocato od affrontato questa squadra non può che riconoscerle impegno e costanza. Lo scorso campionato arrivò perfino la C1 regionale, un campionato tosto, duro che però ha lasciato qualche rimpianto. Ripartiti dalla C2, mentre scriviamo, sfuma il sogno promozione, rimane però da giocare la fase finale della coppa. Dal tesoriere Speziale, accompagnatore e organizzatore, passando per l’allenatore Matteo Baracca, il suo vice Giorgio Favero, la “piovra” (il senso è di vero tuttofare) Manolo Vecchiato, l’accompagnatore/manager Di Dio tutte persone che hanno nella passione per il calcio un vero credo. Questo il volto bello dello sport, molto lontano dai capricci dei professionisti. Un gruppo di ragazzi che si organizza come una società professionale, che spesso ci mette anche dei soldi pur di continuare il progetto. Eupalla è sicuramente fiera di questi suoi adepti, sinceri e puliti, legati ad una logica sportiva che si è un po’ persa, pionieristica quanto eroica, per alcuni ingenua. Il primo campionato di calcio datato 1898 fu giocato in un pomeriggio, a Torino. Lo vinse il Genoa di Spensley, portiere, organizzatore, allenatore e membro della da poco nata FIGC, vero eroe della pedata. Erano anni in cui tornarono dopo secoli le Olimpiadi che tutti conosciamo. Un pieno di pubblico a Torino, una piccola bolgia. L’Italia a quel tempo aveva estremo bisogni di distrarsi, di pensare positivo ed il calcio come il ciclismo aiutarono molto i nostri connazionali. La Grande Guerra spense gli entusiasmi, la seconda anche molto altro. Ma dal 1945 in poi Coppi e Bartali, il Grande Torino, il basket, Pelè che ci sconfisse e soffiò il titolo, le sfide con la Germania, Pertini e lo scopone scientifico con Bearzot, la nazionale del secolo di pallavolo, e tanti campioni che ci hanno donato emozioni, gioia, delusioni o pianti, passando per gli occhi di Grosso, umidi, italiani in un corpo da classico italiano, che nello scintillio del trofeo voluto dal francese Rimet ci hanno ricordato che lo sport è vita e soprattutto parte dai cortili e dalla scuola! Eupalla una lacrima la verserà, sperando che il suo genio illumini CONI e FIGC, ragazzini, bambine, bambini e ragazzini ne hanno estremo bisogno.

Giornalista pubblicista, originario di Bolzano si occupa di economia, esteri, politica locale e nazionale