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BOLZANO, “RICORDARE PER EVITARE LE BRUTTURE DEL PASSATO.”

8 Aprile 2016

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BOLZANO, “RICORDARE PER EVITARE LE BRUTTURE DEL PASSATO.”

BOLZANO, “RICORDARE PER EVITARE LE BRUTTURE DEL PASSATO.”

INCONTRO CON LA COMUNITA’ EBRAICA MERANESE

Chi non ha memoria del proprio passato è destinato a ripeterlo. Questo in estrema sintesi quanto è emerso dall’incontro organizzato ieri sera, 7 aprile, nella sala della Accademy Cassa di Risparmio Bolzano dalla Comunità ebraica meranese e dall’Associazione Deina, di cui è presidente Alessandro Huber. La scelta della sala era tutt’altro che casuale perché qui, in via Cassa di Risparmio 16, proprio in questa casa, abitava la famiglia ebraica Carpi, parente di Cesare Mosè Finzi uno dei relatori della conferenza. Cesare Mosè Finzi, a tratti commosso, ha ricordato la drammatica storia subìta da questa famiglia tra il 1943 e il ’45 a  Bolzano per mano della autorità nazi-fascista che dominava il territorio.
Memorie in Alto Adige: testimonianze ed esperienze“, questo il tema in discussione nel secondo appuntamento del progetto Memory Sharing, uno dei 12 percorsi selezionati dalla “Piattaforma delle resistenze 2016“. Obiettivo: sensibilizzare soprattutto i giovani, ma non solo, sul valore della memoria nel territorio altoatesino. La funzione del ricordo, ha ricordato con estremo vigore Cesare Mosè Finzi, è quella di suscitare sdegno contro ciò che è indegno di essere definito “umano”, in modo che l’indifferenza non costituisca il sostrato che consente il ripetersi della brutalità, quale fu la persecuzione nazista nei confronti degli ebrei.
L’attualità della memoria ci porta immediatamente al dramma dei profughi dei nostri giorni, ha ricordato il cantore della Comunità ebraica meranese Simeone Bordon, rispetto ai quali, ha detto senza mezzi termini, manca una strategia nazionale e la cui assistenza è totalmente in mano al volontariato. Laura Sedda, membro anch’essa della Comunità meranese, ha posto l’accento sulla necessità dell’ascolto e del riconoscimento di chi è differente da noi per costumi e cultura, un processo questo che richiede molto tempo e molta pazienza.
Alessandro Huber, impegnato anche nei viaggi studenteschi del “Treno della memoria“, ha ricordato il fondamentale ruolo della memoria per ricostruire l’umanità e per ricomporre il tessuto sociale devastato dal fascismo e dal nazismo. Ricordare però non basta. Occorre anche “condividere“, compiere cioè un’azione, anche semplicissima, nei confronti di chi ha bisogno: testimoniarla poi con una foto e postarla sulla pagina facebook della Associazione Deina entro il 17 aprile, quando al Centro Giovani di via Cadorna, a Bolzano, ci sarà un confronto su queste esperienze.