La magia del Festival

Di Giuseppe Maiolo Psicoanalista

Ci risiamo, la magia del festival di Sanremo fa il consueto miracolo: incolla una marea di persone davanti alla scatola magica presente in ogni casa. Il fenomeno puntualmente si ripete. Una sorta di incantesimo che, come nelle migliori favole, terrà estasiati davanti al video grandi e piccoli.

Che la musica faccia bene, lo sappiamo tutti. Che queste manifestazioni così popolari e famose servano per attrarre e distratte, pure lo sappiamo.

In tempi come questi di crisi e di confusione dei linguaggi il Festival di San Remo infatti è una sorta di metafora della leggerezza. È una specie di drammatizzazione collettiva dove si mette in scena non solo lo spettacolo, sempre luccicante e frivolo, ma soprattutto la spensieratezza e la distrazione.

Perché le serate musicali con le canzoni in concorso mettono in moto una babele di storie e curiosità, di retroscena e di informazioni piccante i sui vip di turno o sugli emergenti, che stimola la fantasia un po’ di tutti e produce una sorta di libere associazioni collettive.

La funzione in qualche modo è catartica, liberatoria, serve ad alleviare le tante ansie e le preoccupazioni di un tempo pesante e difficile quale è quello che stiamo vivendo. Così il festival mescola la vita scanzonata alle angosce sociali, la realtà della gente comune a quella luccicante dei vip.

Per qualche sera in Festival fa dimenticare i problemi più urgenti e alimenta i sogni. E’ sempre stato così del resto. Anche in passato le luci della ribalta hanno fatto sognare un mondo migliore e le canzoni hanno più popolari con il loro orecchiabile ritornello sono sempre servite a contenere il dolore e la fatica dell’esistenza.

Quello che accade ora è che la profonda crisi in cui viviamo ci rende difficile sognare insieme in quanto un po’ tutti stiamo percependo la realtà come un incubo.

Invece Sanremo può aiutare. Ma solo nella misura in cui non sia un affidarsi al miraggio di un incantesimo che si manifesta, dal momento che i problemi dell’esistenza non si risolvono con un colpo di bacchetta magica.

Quello che conta è recuperare i sogni. Non le illusioni. I sogni che sono le nostre risorse individuali e collettive, quelli che ci danno energia e ci fanno avere resilienza e fiducia.

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