Alto Adige. Rifugi alpini, 20 su 21 rimangono ai gestori attuali

Si sono concluse le prime gare per la gestione dei rifugi alpini di proprietà della Provincia. Assegnate 20 strutture su 21, il vincitore è sempre risultato il gestore attuale. Il bando pubblico, suddiviso in tanti lotti quanti erano i rifugi da assegnare, prevede una concessione triennale prorogabile di altri tre anni per garantire la pianificazione degli investimenti.

“I rifugi sono una parte fondamentale del marchio turistico Alto Adige nonché un vero e proprio biglietto da visita del nostro territorio – ha sottolineato il presidente Arno Kompatscher – ed è quindi importante che nella gestione venga data grande attenzione alla qualità. Proprio per questo motivo, nei bandi, abbiamo dato grande peso alle caratteristiche di ogni struttura e ai criteri legati alla qualità”. Un approccio sostenuto con forza anche dall’assessore al patrimonio Florian Mussner, il quale ricorda che “fra i criteri più importanti sono stati inseriti l’esperienza nella gestione di strutture simili, la conoscenza del territorio, ma anche l’esperienza maturata nei settori dell’alpinismo, del primo soccorso e della protezione civile”. Dal punto di vista economico, l’ammontare degli introiti annuali per le casse della Provincia è di 218mila euro, ma i canoni di concessione variano da rifugio a rifugio in considerazione della posizione, della raggiungibilità, delle dimensioni, del numero di visitatori e del numero di posti letto.

Al termine della procedura avviata lo scorso mese di ottobre con l’accompagnamento diCAI e AVS, la commissione che si è occupata dei bandi ha deciso di assegnare 20 dei 21 rifugi agli attuali gestori: si tratta dei rifugi Gino Biasi al Bicchiere (Racines), Brigata Tridentina (Predoi), Porro (Selva dei Molini), Serristori (Solda), Forcella Vallaga (Varna), Bergamo al Principe (Tires), Fronza alle Coronelle (Nova Levante), Vicenza (Santa Cristina), Giogo Lungo (Predoi), Cima Fiammante (Parcines), Cima Libera (Racines), Payer (Solda), Firenze al Cisles (Santa Cristina), Città di Milano (Solda), Genova (Funes), Vittorio Veneto al Sasso Nero (San Giovanni in Valle Aurina), Vedretta Pendente (Racines), Pio XI alla Palla bianca (Curon Venosta), Nino Corsi (Martello) e Plan (Moso in Passiria).

Solo per tre dei 21 rifugi messi a concorso si sono presentati più offerenti, mentre non sono state ancora assegnate le concessioni per i rifugi Ponte di Ghiaccio (Lappago), Petrarca all’Altissima (Moso in Passiria), Zsigmondy Comici (Sesto Pusteria), Vedretta Piana (Racines) e Roma (Riva di Tures). L’unico bando andato a vuoto, infine, è stato quello relativo al Rifugio Borletti di Trafoi. “La documentazione presentata è stata giudicata incompleta dalla commissione – ha commentato Kompatscher – e una nuova gara verrà bandita nelle prossime settimane”.

In foto: il rifugio Gino Biasi al Bicchiere/copyright Ufficio Stampa Prov. di Bolzano

 

 

 

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