Bolzano. Riforma Statuto, fiato alle trombe secessioniste

Grande affluenza ieri – sabato 23 gennaio – all’Eurac, presenti Kompatscher, Widmann e Bizzo – per l’apertura dei lavori per la riforma dello Statuto di autonomia. Circa 350 persone alla prima giornata di open space della convenzione sull’Alto Adige. Un successo non scontato. Subito evidente è apparsa la forte presenza di un pubblico giovanile vicino alla destra di lingua tedesca venuto dalla provincia che ha contribuito ad accentuare – anche se con toni non eccessivi – l’interesse su una impostazione secessionista.

Su 35 temi trattati 11 si sono incentrati sulle tematiche legate ad autodeterminazione. Quindi principalmente toponomastica, tutela del gruppo tedesco, legame con la madrepatria. A molti non è sfuggita l’impressione che i partecipanti provenienti dalle valli fossero organizzati, così da imprimere un chiaro orientamento all’andamento dei lavori. Anche se poi, nello svolgimento del dibattito, le posizioni sono apparse per lo più aperte.
Alle 9.30 il presidente del consiglio provinciale Thomas Widmann e il suo vice Roberto Bizzo hanno dato il via ai lavori. Suddivisi in sette aule al mattino i sette gruppi si sono esercitati su autodeterminazione, scuola bilingue, toponomastica e nomi dei luoghi, difesa dei gruppi, mentre in pomeriggio, ancora sette i gruppi, su competenze, proporzionale, “gabbie etniche”, autodeterminazione, legame con la patria.
E’ risultato evidente che i temi proposti, secondo la più rigorosa metodologia della democrazia diretta, o di base, si sarebbero potuti “concentrare”, con il conseguente accorpamento dei gruppi. Così si sarebbero evitati doppioni in contemporanea, che si sono verificati due al mattino sulla toponomastica e due al pomeriggio sull’autodeterminazione. Ma Elisabeth Alber, una delle ricercatrici dell’Eurac autrice del format di ascolto, motiva l’inconveniente. “Questa è la fase dell’autopromozione, – spiega – ci si candida a partecipare al Forum dei 100 che poi selezionerà gli otto da inserire nella Convenzione dei 33. La formazione sarà più filtrata: dalla politica e dalla società civile. Anche i temi, che oggi sono liberi, saranno selezionati.”
Presenti nel pubblico una decina di politici di tutti gli schieramenti, oltre a rappresentanti dell’associazionismo e dei sindacati. Tra i presenti Chiara Pasquali, Luisa Gnecchi, Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa, Alessandro Urzì, Licia Brion, Michele Stramandinoli, Gianni Lanzinger.
Nella prima fase, della durata di 45 minuti, uno degli open space più seguiti è stato quello proposto da Elmar Thaler, comandante degli Schuetzen, dedicato all’autodeterminazione. Anche nella seconda tornata non sono mancati gli argomenti “autonomistici”, sempre chiosati e puntualizzati dal leader dei cappelli piumati.
Elmar Thaler respinge però l’obiezione che ci sia stata “occupazione” da parte degli Schützen. “Che ci saremmo stati in buon numero – ha risposto all’osservazione – lo avevamo annunciato.”
Critica Chiara Pasquali, delusa dopo aver tentato per un’ora- ha detto – di inserirsi in un dibattito nel quale la principale preoccupazione degli intervenuti era come inserire l’autodeterminazione nello Statuto. “Ho passato trent’anni inutilmente, mi sono detta! – Commenta la Pasquali – “Noi che pensavamo di abbattere sbarre di confine, adesso, all’Eurac, devo sentire solo gente che le vuole rialzare.
Molto critico Alessandro Urzì che teme per la scarsa presenza degli italiani negli appuntamenti periferici.
Questo intanto l’inizio. Prossimo step degli open space il 30 gennaio a Brunico.
Claudio Calabrese

Giornalista pubblicista, scrittore.

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Claudio Calabrese

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