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Alto Adige. Certificati bianchi, questi sconosciuti. Coinvolgere i privati per non sprecare il loro valore

14 Gennaio 2016

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Alto Adige. Certificati bianchi, questi sconosciuti. Coinvolgere i privati per non sprecare il loro valore

Cosa sono questi “certificati bianchi“?  Sono veri e propri titoli  emessi dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e corrispondono ai risparmi ottenuti in un periodo tra 5 e 8 anni. I certificati bianchi sono trattati alla borsa del GME (Gestore Mercato energetico) e vengono acquistati da aziende che producono energia da combustibili fossili come forma di compensazione ambientale. “Sono uno strumento per concretizzare la strategia Klimaland di tutela del clima in Alto Adige“, aveva detto martedì l’assessore provinciale all’energia e all’ambiente, Richard Theiner.

“L’Alto Adige nel suo insieme, tra enti pubblici, cittadini e aziende, sta perdendo 2-3 milioni di euro l’anno per la mancata trasformazione dei risanamenti energetici in certificati bianchi”. Lo afferma l’architetto Gianni Sarti, responsabile insediamenti produttivi e politiche urbanistiche di Cna-Shv in un comunicato stampa diffuso dalla Unione Artigiani e piccole Imprese Cna-Shv

L’argomento è ridiventato di attualità, dopo diversi mesi di silenzio, perché la giunta provinciale, martedì scorso, ha deciso che l’Agenzia Casa Clima sarà competente in Alto Adige per la gestione e la consulenza dei certificati bianchi. Introdotti in Italia nel 2005, sono titoli che attestano il risparmio energetico conseguito da vari soggetti grazie a interventi di efficienza energetica: ad esempio risanamento di edifici, sostituzione di impianti di riscaldamento, acquisizione di nuovi macchinari aziendali.

“Peccato che la nostra proposta, lanciata due anni fa – commenta l’architetto Sarti – sia rimasta nel cassetto della politica. Un certificato bianco vale in media 100 euro, pur se tra frequenti oscillazioni del prezzo in borsa energetica, ed equivale al risparmio di un Tep (tonnellata equivalente di petrolio). In Alto Adige i risanamenti energetici degli edifici pubblici potrebbero essere monetizzati dagli enti che li eseguono. I soldi ottenuti potrebbero confluire in un fondo di rotazione per finanziare altri interventi di risanamento energetico di edifici pubblici, oppure potrebbero alimentare un fondo di rotazione per agevolare gli interventi di riqualificazione energetica di appartamenti privati o interi condomini. Mi auguro che adesso ci sia la forte volontà di procedere”.

Secondo le stime dell’urbanista del Cna-Shv, che si basano su cinque anni di sperimentazione effettuata a Trento sfruttando i contributi a fondo perduto della Provincia solo per i risanamenti di edifici privati, in Alto Adige c’è un potenziale di certificati bianchi per un valore di 10 milioni di euro in 4-5 anni, in media 2-3 milioni l’anno.

La giunta provinciale ha deciso di affidare all’Agenzia Casa Clima l’incarico di costruire una rete di competenze per la gestione e la consulenza in materia nei confronti dei Comuni, delle aziende e dei privati. “Non comprendiamo – aggiunge Claudio Corrarati, presidente di Cna-Shv – perché non siano stati preventivamente coinvolti i privati già impegnati nella Südtirol Esco, la Energy Service Company fondata a gennaio 2014 dalla cooperativa Gest, insieme a Cna-Shv, Legacoopbund, Confcooperative e Collegio dei costruttori edili, che offre servizi di efficienza energetica degli edifici facendo l’investimento al posto del cliente e proponendogli di pagare un canone annuo per un numero di anni tali da poter rientrare dall’investimento. I flussi di cassa originati dai risparmi energetici conseguiti sarebbero capaci di ripagare l’investimento, le spese di gestione operativa e l’eventuale acquisto di combustibili e vettori energetici in un tempo ragionevole. Il ciclo si completerebbe rivendendo i certificati bianchi legati ai risanamenti. Riproporremo il nostro modello all’Agenzia CasaClima“.