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Vent’anni fa è morto Heiner Müller, il più importante drammaturgo tedesco del XX secolo dopo Brecht

30 Dicembre 2015

Vent’anni fa è morto Heiner Müller, il più importante drammaturgo tedesco del XX secolo dopo Brecht

Vent’anni fa è morto Heiner Müller, il più importante drammaturgo tedesco del XX secolo dopo Brecht

Di Claudio Calabrese

In Alto Adige difficilmente avremmo avuto occasione di conoscere ed apprezzare l’opera di questo grande drammaturgo, poeta, scrittore, saggista, nonché direttore di teatro se il Libero Teatro di Bolzano con la preziosa regia del noto drammaturgo austriaco Reinhard Auer non avesse proposto in più occasioni le sue opere. Nel 2000, 2005, 2010 e in particolare nel 2013 con “Argonauti”, con cui tra l’altro riscossero anche grande successo in Cina e in Armenia, hanno sia reso onore alla memoria del grande drammaturgo, sia svolto un’importante operazione da un punto di vista culturale, dando anche ai sudtirolesi l’opportunità di conoscere più a fondo il teatro di Müller.

Heiner Müller, nato a Eppendorf in Sassonia il 9 gennaio del 1929, oltre ad essere stato il più grande drammaturgo tedesco dello scorso secolo è stato anche definito dalla critica “il massimo poeta di teatro vivente” dopo Samuel Beckett. Il suo contributo artistico è stato di enorme importanza per il teatro postmoderno, in particolare i suoi “pezzi enigmatici e frammentari”.

Müller, dopo essersi iscritto al Partito di Unità Socialista della Germania nel 1947, inizia a lavorare nel 1954 per l’Associazione Tedesca degli scrittori. Resta vedovo nel 1966, dopo che la moglie Inge Müller, una scrittrice tedesca, si tolse la vita. Nel 1959 vinse il Premio Heinrich Mann e nel 1990 il Premio Kleist. Nonostante la sua bravura e il suo incommensurabile talento per via della sua opera Die Umsiedlerin, il suo rapporto con la Germania dell’Est iniziò a deteriorarsi, tanto che nel 1961 dopo una sola rappresentazione fu persino censurata. In quell’anno Müller fu persino espulso dall’Associazione degli scrittori. Inevitabilmente il governo della DDR si mostrò cauto nei confronti della produzione teatrale di Müller, impedendo la prima rappresentazione di Der Bau nel 1965 e censurando Mauser nei primi anni settanta. Considerando l’atteggiamento di chiusura mostrato dalla Germania dell’Est, Müller negli anni settanta e ottanta inizia a lavorare come regista della prima di alcune delle sue opere più celeberrime, particolarmente conosciute a Monaco di Baviera, come Germania Tod in Berlin, Die Hamletmaschine e Der Auftrag.

Divenendo un drammaturgo di fama mondiale, anche le autorità governative della DDR iniziano a riconoscerne i meriti e così nel 1984 viene ammesso all’Accademia delle Arti della D, divenendo membro dell’Accademia delle Arti di Berlino Ovest due anni dopo. Solo poco prima della caduta della DDR nel 1988 sarà riammesso all’Associazione Tedesca degli Scrittori e dopo la caduta del muro diventa presidente dell’Accademia delle Arti della Germania dell’Est per un breve periodo nel 1990. Nel 1992 gli offrono di entrare a far parte come uno dei cinque membri del direttorato del Berliner Ensemble, la prima compagnia di Bertold Brecht e nel 1995, poco prima del suo decesso a Berlino, fu designato come suo direttore artistico.

Müller trascorse gli ultimi anni della propria vita a Berlino, lavorando in tutta la Germania e nel resto d’Europa, producendo per lo più rappresentazioni delle proprie opere. In quest’ultima fase scrisse pochi testi di teatro, dedicandosi maggiormente alla poesia. Di questo genio del teatro è stata pubblicata da Suhrkamp un’edizione in nove volumi della sua opera completa e tra le sue opere più conosciute ricordiamo, oltre quelle già citate: Der LohndrückerWolokolamsker ChausseeVerkommenes Ufer Medeamaterial Landschaft mit ArgonautenPhiloktetZementLa Mission – souvenir d’une révolution, Bildbeschreibung e Quartett.

Foto: Bundesarchiv Bild 183-1989-1104-047 Berlin Demonstration Rede Heiner Müller

 

 

 

 

 

 

Giornalista pubblicista, scrittore.