L’ALTO ADIGE CHE VERRA’, MA ANCHE LA BOLZANO CHE VOGLIAMO

Sala affollata questa mattina allo stabilimento Lenzi  in zona artigianale per la Leopolda del PD bolzanino, aperta con il saluto augurale dell’onorevole Lotti e di Debora Serracchiani. Aprono i  lavori Christian Tommasini e Carlo Costa che pongono l’accento sulla necessità di progettare e “governare il cambiamento”  La nostra società sta cambiando profondamente, rileva Tommasini “e anche la nostra autonomia non può rimanere ferma“, che dovra orientarsi ad essere sempre “meno etnica ma più aperta ed europea“.

Una cinquantina di interventi non tutti di esponenti del Partito Democratico ma anche di rappresentanti della SVP del PSI. Rappresentanti degli imprenditori, del mondo dello sport,  semplici iscritti hanno preso la parola per  esporre i loro auspici, o i loro programmi, o le loro critiche. Presente anche il Sottosegretario agli affari regionali, onorevole Gianclaudio Bressa.
Heinz Peter Hager, plenipotenziario della società Signa (Benko), ha auspicato una Bolzano “capoluogo” degna di questo ruolo; Dieter Steger, consigliere provinciale della SVP ha osservato che la nostra provincia è il luogo più desiderabile d’Europa e ciò grazie anche alla istituzione provinciale, Walther Pardascher, cosigliere della SVP a Salorno ha apprezzato la presenza delle liste civiche accanto a quelle dei partiti tradizionali.  Giorgio Holzmann, ex deputato, ex consigliere provinciale ha detto che “prima delle appartenenze partitiche” devono contare le intelligenze. Claudio Degasperi ha portato i saluti di Elena Artioli rappresentante del Liberal PD e nel suo intervento ha lodato l’impegno del vicepresidente della Provincia per quanto riguarda lo sviluppo del plurilinguismo.
Roberto Bizzo, vicepresidente del Consiglio provinciale, con accentuazione critica rivendica al PD un’alleanza di centro-sinistra “calibrata verso il centro”. Tra gli ex  è intervenuto l’ex sindaco Luigi Spagnolli, l’ex assessora Maria Chiara Oasquali e l’ex assessore Sandro Repetto.
Assenti come previsto la parlamentare Luisa Gnecchi e l’ex segretario del partito Frena che hanno motivato con due lunghi documenti il loro dissenso, nonché i Verdi e la Sinistra.
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