Merano, la Sinistra Ecosociale chiede soluzioni serie per i lavoratori della ex Memc

La Sinistra Ecosociale si dichiara solidale con le lavoratrici e i lavoratori della ex Memc e, al contempo, chiede a tutti gli interessati di cercare delle soluzioni serie, perché il futuro dei posti di lavoro venga salvaguardato. Ma la solidarietà da sola non basta. La lunga odissea delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ex Memc è, purtroppo, il triste risultato della mancanza di una vera politica industriale sia a livello locale, sia a livello nazionale. Lo stato e il Comune devono rendere possibili degli sgravi fiscali e delle esenzioni per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti. Queste azioni non sono che un piccolo passo, ma solo a breve termine e non offrono una vera soluzione al problema. Al contrario, c’è bisogno di una seria politica industriale. La politica ha frettolosamente e superficialmente acconsentito all’acquisizione del policristallo da parte della Solland, senza verificare lo stato economico-finanziario dell’acquirente. Non è possibile che il migliore offerente abbia nelle sue mani il destino di decine di lavoratrici e lavoratori, per dichiarare poco dopo un fallimento clamoroso, come è successo l’ultima volta.
Chiediamo, quindi, un piano industriale a lungo termine. Le imprese che delocalizzano o vanno in bancarotta dovranno rimborsare il contributo pubblico. Gli investimenti dovranno essere spesi in ricerca e sviluppo. In Italia si investe poco o nulla nella ricerca e nello sviluppo. Le quote previste dall’Europa sono pari al 3 % del Pil, mentre in Italia solo l’1,5 % viene investito nella ricerca. In Alto Adige questa quota è addirittura pari allo 0,59 %. La Provincia e lo Stato devono finalmente prendere sul serio le energie alternative e la loro produzione, anche attraverso finanziamenti pubblici diretti.
Non è possibile che i profitti arrivino sempre nelle mani di alcuni privati e i debiti, invece, ricadano a carico della collettività. Questa logica deve finire.
La produzione di policristallo a Sinigo deve continuare a essere garantita e le lavoratrici e i lavoratori non possono essere considerati delle semplici pedine di strategie, peraltro miopi.
La vita delle persone conta e a noi sta a cuore, più del profitto.

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