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VOLKSWAGEN: Das Auto?

27 Settembre 2015

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VOLKSWAGEN: Das Auto?

La casa automobilistica Volkswagen ha ammesso di aver falsificato negli Stati Uniti i test sulle emissioni di ossido di azoto, grazie ad un software truccato che arrivava ad abbassare i risultati fino al 30% in meno dell’esito effettivo. In pratica automobili potenti ed inquinamento al minimo. Dai controlli emersi infatti, le emissioni corrette sarebbero state tra il 10 ed il 40% maggiori rispetto alle leggi in vigore in Usa sui motori diesel. Il numero di veicoli truccati risale a quota undici milioni, cifra superiore alle immatricolazioni di un anno della casa di Wolfsburg. Secondo il quotidiano tedesco online Die Welt: “Berlino e Bruxelles erano a conoscenza delle manipolazioni antismog da tempo, Volkswagen aveva avvisato.” Questo è quello che emerge da un’interrogazione parlamentare fatta dai Verdi al ministro dei trasporti tedesco, risalente addirittura al 28 luglio scorso. Angela Merkel afferma di voler chiarire il più velocemente possibile  sui fatti successi per poter lavorare in maniera trasparente e coerente. A pochi giorni dall’esplosione, il ceo di Volkswagen, Martin Winterkorn ha dato le dimissioni, chiarendo il fatto di essere allo scuro dell’intera vicenda, ma in quanto responsabile si assume ad ogni modo parte degli oneri dei fatti. Winterkorn si dichiara basito di ciò che sia accaduto e consiglia di continuare ad indagare per fare chiarezza sulla questione. La Germania si trova alle prese con uno scandalo di portata colossale che rischia di far crollare addirittura il governo di Angela Merkel, portandosi con sè conseguenze catastrofiche. Che il maggior produttore di automobili tedesco, premiato e protetto dal governo proprio in tema di emissioni ed inquinamento venga accusato di truffa sul medesimo argomento risulta inconcepibile agli occhi non solo della nazione, ma del mondo. Volkswagen è l’undicesima azienda più grande tedesca, vanta 592 mila dipendenti, risultando il terzo datore di lavoro ed il primo costruttore di auto vendute nel mondo del 2015. L’ Unione Europea ha consigliato ai 28 stati membri di compiere indagini approfondito. Caudet, portavoce dell’esecutivo comunitario ha affermato che dal primo gennaio 2016, i test d’emissione verranno fatti su strada, affinché i risultati siano maggiormente accurati, impedendo che lo scandalo si ripeta. Mentre la Borsa sta crollando vertiginosamente, Stati Uniti ed il commissario dell’ambiente dell’Unione Europea stanno quantificando la multa che la casa Wolfsburg dovrà pagare. I danni colpiranno il vertice e gli assetti azionari, ma il timore più grande è il possibile danneggiamento dell’ottima reputazione della made in Germany, facendo crollare la fiducia, l’idea di correttezza ed il prestigio che la nazione tedesca ha da sempre destato. Insieme a Ue e Usa, il governo coreano ha intrapreso anch’esso un’inchiesta per le auto Volkswagen vendute nel proprio Paese, nella Corea del Sud più del 90% dei modelli venduti sono diesel. La casa automobilistica tedesca compra ogni anno circa 11,5 % di quantità  componentistica in Italia, c’è il rischio che lo scandalo possa quindi portare qualche conseguenza anche nel nostro Paese. C’è un però : tali aziende potrebbero tranquillamente annullare i contratti d’esclusiva e rifornire altre case, l’ Audi ad esempio compra dall’Italia i rivestimenti dei sedili in pelle e le guarnizioni, Toyota è pronta a subentrare.  La grande e rigida Germania, impeccabile e corretta, che ha sempre criticato e puntato il dito contro l’Italia (se in questa situazione si fosse trovata Fiat nessuno sarebbe stato tenero…) ed il suo modo di governare, ha fatto una pessima figura ed ha perso tutta la credibilità di cui godeva da anni. Tutte le altre case sono alla finestra : i contratti con stati come Grecia, Spagna, Polonia, R. Ceca, Russia, Korea, Giappone, etc., possono essere annullati a causa dello scandalo,nei prossimi mesi si apriranno scenari di mercato imprevedibili. Uno scandalo che ha colpito una tra le aziende più solide e d’esempio a livello mondiale, facendo sprofondare nel ridicolo un governo che predica severità e trasparenza con gli altri senza però utilizzare il medesimo metro di giudizio quando si tratta di conservare e coprire quello che concerne i propri interessi, il 25% di Volkswagen infatti è pubblico, giusto ricordarlo.

Denise Bortolotti blogger

Marco P.

Giornalista pubblicista, originario di Bolzano si occupa di economia, esteri, politica locale e nazionale